Agente ucciso 20 anni fa. La sorella di Stefano:: "Il ricordo è sempre vivo. Indosso la divisa per lui"

Commemorazione alla caserma della stradale Modena Nord per Biondi. Nel 2004 fu investito e ucciso al casello di Reggio da spacciatori in fuga. "Amava tanto il suo lavoro, dopo la morte ho scelto di entrare in polizia".

di Valentina Reggiani

"Pensiamo a Stefano (foto a destra) ogni singolo giorno. Ci manca tantissimo. E’ un onore indossare la divisa in suo ricordo". La sorella, Marzia, dopo l’assassinio ha deciso di portare avanti il sogno di Stefano, entrando a sua volta in polizia.

Ed era presente anche ieri mattina, nella sede della Sottosezione della Polizia Stradale Modena Nord, in occasione del 20° anniversario della morte.

In caserma, infatti, si è svolta una cerimonia di commemorazione dell’assistente Biondi, Vittima del dovere. Alla cerimonia erano presenti le autorità civili e militari; il questore di Modena Donatella Dosi e diversi dirigenti, insieme a tantissimi e commossi colleghi di Stefano e, appunto, alla sorella Marzia Biondi, oggi assistente della Polizia di Stato al Caps di Cesena.

"E’ stata una bellissima manifestazione, molto sentita e commovente – ha sottolineato –. Sono entrata in Polizia dodici anni fa: una scelta maturata proprio dopo la morte di Stefano che amava tantissimo il suo lavoro. Il ricordo è sempre più che vivo, perchè Stefano è nei nostri pensieri costantemente – sottolinea Marzia –. Ne parliamo spesso, anzi, tutti i giorni non manca occasione di ricordarlo. Era un vulcano e nel nostro paesino se lo ricordano tutti". Stefano aveva 28 anni: era nato e cresciuto a Montaletto, Cervia. "Quando veniva a casa da Modena, nei giorni di riposo – spiega la sorella commossa – saliva in sella alla sua bicicletta e andava a salutare tutti gli amici. Dove passava, lasciava il segno, sempre – commenta –. Aveva un carattere meraviglioso mio fratello, andava d’accordo con tutti. Era un vulcano dentro e fuori casa e la sua mancanza si sente tantissimo. Il 20 aprile è anche il mio compleanno: proprio quella mattina di 20 anni fa mi aveva fatto gli auguri. E’ stata l’ultima volta che ci siamo sentiti. La sera – ricorda ancora Marzia – sono arrivati i colleghi a darci la triste notizia di quello che era accaduto". I malviventi furono arrestati dopo il terribile investimento: il conducente della Porsche che travolse e uccise l’agente, Fabio Montagnino, fu condannato all’ergastolo. Quattordici anni di reclusione, invece, per il complice Michele D’Ambrosio, tornato nuovamente in cella nel 2020 poiché accusato di essere membro di una banda di rapinatori.

"Almeno Montagnino è dentro – commenta ancora la sorella di Stefano –. Nessuno ci restituirà mai Stefano ma abbiamo avuto un minimo di giustizia, quello lo possiamo dire. La ragazza che ha travolto e ucciso i colleghi carabinieri a Salerno, invece, è già a casa sua. Questa mattina, in caserma c’erano tutti: colleghi da Roma, funzionari, non avrei mai immaginato di trovarli tutti lì ed è stata una bellissima sorpresa. Tutti gli volevano bene".