Banda di nigeriani riforniva di cocaina la nostra provincia

L’intera organizzazione . è stata sgominata . dalla Mobile di Ferrara

Varie zone di Ferrara, con un quartier generale ciascuna e diversi fornitori principali di qualsiasi tipo di sostanza stupefacente, erano al centro dell’attività di spaccio organizzata nei minimi dettagli, a partire dai luoghi di ritrovo fino al gergo per comunicare, dai nigeriani. Diciotto indagati, con quattro arresti (due donne e due uomini, tutti ovulatori) nel corso delle indagini e due fermi di polizia giudiziaria sono i numeri del secondo capitolo della ’saga’ Wall Street, la maxioperazione della Squadra Mobile della questura di Ferrara – coordinata dal pm Andrea Maggioni che nei giorni scorsi ha firmato gli avvisi di chiusura indagini – portata avanti per smantellare il traffico di cocaina, eroina e marijuana nel capoluogo estense. Attraverso intercettazioni, appostamenti e pedinamenti, i poliziotti hanno messo in fila i diciotto nomi che gestivano lo spaccio in città, il collante tra gli ’spaccini’ di strada e i fornitori di droga. L’approvvigionamento della droga avveniva fuori città. Prevalentemente a Bologna, come ricostruito dagli uomini della Mobile. Nel capoluogo di regione la droga veniva venduta da una coppia di nigeriani, marito e moglie, anche quando il primo si trovava in Nigeria. Una volta acquistata, la droga partiva per Ferrara, ma anche verso Parma e Reggio Emilia. La banda di nigeriani aveva stilato un vero e proprio linguaggio criptato per comunicare e i pagamenti dovevano essere rispettati, tanto che a seguito di una consegna di cocaina non andata buon fine, al titolare della spaccio fu inviato del semolino, pagato come cocaina.