Bibbiano, il sindaco e gli amici. "Per Carletti una grande sofferenza"

L’assessore Matteo Curti racconta gli ultimi mesi: "Ci trovavamo a cena, ma non si parlava del Comune: non voleva essere sindaco-ombra"

I carabinieri davanti al municipio  di Bibbiano nei giorni in cui venne arrestato Carletti

I carabinieri davanti al municipio di Bibbiano nei giorni in cui venne arrestato Carletti

Bibbiano (Reggio Emilia), 5 dicembre 2019 - «Siamo molto felici di questa liberazione, o per meglio dire ripristino della correttezza». È la prima reazione di un collega di giunta del sindaco Andrea Carletti, l’assessore alla Cultura del Comune di Bibbiano Matteo Curti, che racconta gli incontri con lui durante il periodo dell’obbligo di dimora ad Albinea, durato dal 20 settembre a martedì.

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Gli assessori sono stati tutti chiamati, martedì sera, da Carletti, che ha voluto comunicare loro in tempo reale la propria liberazione. E ieri li ha incontrati. «Ogni tanto uscivamo con lui a mangiare la pizza ad Albinea noi assessori, qualche consigliere di maggioranza e i responsabili della festa locale del Pd. Lo facevamo ogni tanto - rimarca Curti - perché non volevamo creare il sospetto di un sindaco-ombra».

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Un’idea, invece, che emergeva dalle ordinanze emesse dal gip Luca Ramponi e dal Riesame, che parlavano di una cerchia di fedelissimi su cui lui poteva contare. «E in quel periodo, quando ci vedevamo, non abbiamo mai voluto parlare delle questioni politiche e amministrative di Bibbiano, o del suo caso. Erano serate tra amici, trascorse in leggerezza. Parlavamo solo della festa del Pd o della fiera...». Possibile? «Sì - ribadisce Curti -. Lui ha sempre ribadito di voler tornare a occuparsi di Bibbiano nel momento in cui qualcuno avrebbe certificato che poteva farlo. Dopo il Riesame, in settembre, era molto provato: anche se non lo diceva, lo si percepiva. Essere dipinto come mostro dei bambini lo faceva soffrire umanamente, al di là delle 150 querele che ha sporto: hanno ricevuto minacce anche la moglie e il figlio. E ora non vediamo l’ora che ritorni a fare il sindaco».

Chiediamo a Curti se non può creare qualche imbarazzo il fatto che Carletti resti comunque indagato e potrebbe essere imputato: «Io credo nella sua buona fede. Se ci sono stati errori, credo li abbia fatti sul piano tecnico, magari seguendo i consigli dei dirigenti sui bandi. Anche quando Carletti faceva dichiarazioni sul processo ‘Aemilia’, prima si consultava con altri. Anche se dubito che ora, dopo quasi sei mesi di misure cautelari, non sarà rinviato a giudizio...».

Nelle ordinanze del gip e del Riesame si parla di ‘profilo criminale’ e ‘volontà di non rispettare le norme per avere visibilità politica’: «Ne prendo atto. Ma il Carletti descritto in queste carte giudiziarie non è quello che conosco io. Anche se ho massimo rispetto per la magistratura».

Il vicesindaco Paola Tognoni, che ha retto il municipio durante l’assenza di Carletti, martedì sera, al telefono con il Carlino, era scoppiata in lacrime. «Abbiamo sempre lavorato fiduciosi nel suo rientro e sopportato minacce di tutti i tipi, ma siamo sempre andati avanti perché siamo stati votati per amministrare - dichiara -. Ora vogliamo proseguire, sempre senza clamore, con fiducia nella magistratura e massimo rispetto per tutte le sofferenze emerse in questa vicenda». Sui social, ancora una volta, le reazioni su Carletti si dividono: da «un bel regalo di Natale per Bibbiano» a «Carletti è ancora indagato per reati gravi e non bazzecole come vorrebbe far credere il Pd».