Chillo, Uglietti e Grant non sono più comparse

Coach Priftis ha ridistribuito compiti e responsabilità. E con Black la squadra adesso è più equilibrata.

Chillo, Uglietti  e Grant non sono più comparse

Chillo, Uglietti e Grant non sono più comparse

Evoluzione biancorossa. Da giostra segnapunti a furgone blindato. Da roulette pigliatutto a orologio. Scegliete voi quale sia il paragone migliore, ma il cambiamento è ormai evidente. Tutto è iniziato lo scorso 2 febbraio con l’annuncio dello ‘strappo’ con Hervey e il conseguente cambio di assetto ed equilibri. Da quel momento la squadra di Priftis ha dovuto distribuire in modo nuovo compiti e responsabilità ed è diventata – partita dopo partita - quella che iniziamo a vedere oggi. Lasciando partire un’ala perimetrale da 16 punti di media che si prendeva circa 13 tiri a partita e inserendo un giocatore d’area come Black, la Pallacanestro Reggiana ha quindi scelto cambiare traiettoria e i risultati le stanno dando ragione. La squadra adesso sembra molto più equilibrata tra gioco interno e perimetro (nei primi mesi non c’erano praticamente alternative al tiro da fuori…) e anche a livello di coesione di gruppo sembra essere cresciuta, grazie al coinvolgimento di giocatori come Chillo, Grant e Uglietti che per parecchi mesi erano poco più che comparse. Adesso invece sono pezzi fondamentali di un ingranaggio – certamente ancora da perfezionare – ma che sta lanciando segnali inequivocabili. Chillo parte in quintetto ed è consapevole del proprio ruolo di collante tra ‘quattro e cinque’, Uglietti è una sorta di ‘antidoto’ alle sbandate di Weber e Grant è lo ‘stopper’ designato che, grazie alle sue strepitose doti atletiche, può marcare praticamente chiunque dall’uno al cinque. Quando entra lui, la difesa biancorossa sale automaticamente di livello e anche l’ultima partita con Pesaro è stata una testimonianza fedele. Il buon Sasha ha infatti concluso con l’indice plus/minus più alto di tutta la squadra (+13) seguito a ruota da Atkins (+12), Galloway e Black (entrambi a +11). Sempre alla ‘Vitrifrigo Arena’ si è poi avuta la netta sensazione che adesso, con un centro di post basso come Black, la squadra abbia finalmente le due dimensioni (dentro/fuori) che prima non aveva. Al di là della difesa che è salita di colpo anche grazie ad un coinvolgimento più corale, adesso anche l’attacco può aggrapparsi al gioco in area nei momenti in cui gli avversari alzano la pressione sugli esterni. La redistribuzione delle responsabilità e ‘l’effetto Black’ stanno quindi portando la Unahotels verso una ‘nuova era’. Meno fuochi d’artificio e iniziative individuali, ma molta più sostanza e collaborazione. A Pesaro Priftis ha lasciato in campo 9 giocatori per almeno 11 minuti ed è una prova certificata di come adesso la Pallacanestro Reggiana sia realmente più profonda. Questa potrebbe essere un’arma tattica di inestimabile valore per un collettivo destinato ad entrare nei playoff dove questo tipo di assetto è solitamente molto redditizio.