Il ciclista Zhupa preso a pugni in corsa

L’albanese di Scandiano colpito al giro di Turchia: l’aggressore cacciato

Il ciclista Zhupa

Il ciclista Zhupa

Reggio Emilia, primo maggio 2015 - In chiusura del suo speciale aprile da ciclista, Eugert Zhupa, albanese di 25 anni cresciuto fra Rubiera e Scandiano, incassa anche l’imprevisto: in Turchia, dove sta correndo con la speranza di strappare un posto in squadra per il Giro d’Italia, è stato preso a pugni in corsa. E’ accaduto nella quinta tappa, sotto gli occhi della tv, che dopo aver trasmesso in diretta l’episodio, lo ha riproposto più volte, perchè una scazzottata in gara fra professionisti non sarà inedita, ma è pur sempre inusuale.

«Mi spiace per questa figura davanti alle telecamere, anche perchè non c’entravo nulla», ha detto Zhupa. Con giusta ragione: dell’episodio, l’albanese di Scandiano è stato vittima e non artefice, come confermato anche in conferenza stampa da Sacha Modolo, vincitore della tappa. Ben altra reazione ha avuto l’aggressore, Dmitry Grudzev, kazako che corre con la stessa maglia di Nibali: prima ha minimizzato l’accaduto, poi si è fatto una risata apprendendo di esser stato ripreso dalla tv. Ha smesso presto di divertirsi: una volta esaminate le immagini, la giuria ha cacciato Gruzdev dalla corsa.

Finisce come non ti aspetti una tappa tranquilla, ottima per curare l’abbronzatura e ammirare il paesaggio. Colpa del sole o di chissà cos’altro, a 75 chilometri del viaggio che porta il gruppo da Mugla a Pamukkale in mezzo al gruppo si accende una discussione: fra Gruzdev e alcuni atleti della Lampre volano parole di troppo e dai manubri si alza qualche mano. L’agitazione provoca una sbandata e un compagno di Zhupa, Samuele Conti, viene urtato. E’ a questo punto che l’albanese cresciuto nel Reggiano si fa avanti, invitando il kazako alla calma: per tutta risposta, si becca un destro in pieno volto, che lo costringe a fermarsi sul bordo destro della strada, prima di ripartire.

«Il numero 54 (Gruzdev, ndr) stava alzando le mani con i ragazzi della Lampre e poi con il mio compagno Samuele Conti. Io sono interventuto per calmare le acque e mi sono preso un cazzotto in faccia. Ce l’avevano tutti con lui, in gruppo. Mi spiace per questa figura», racconterà all’arrivo Zhupa, che dopo la tappa, come era già avvenuto in corsa, ha ricevuto la solidarietà di altri colleghi e del suo team, l’italiana Southeast. «La violenza, con il ciclismo, non deve avere nulla a che fare. Le immagini hanno fatto il giro del mondo, e nessuno di noi ne può essere contento. Non è questa l’immagine che vogliamo dare del mondo delle due ruote», le parole di Di Fresco, tecnico dell’albanese.

Un cazzotto, dopo esser stato l’unico dei suoi a concludere la più gelida Gand-Wevelgem della storia e a conquistar l’argento nella crono ai Giochi balcanici: non si può dire che l’ultimo mese di Zhupa, che in aprile festeggia anche il compleanno, sia stato noioso. Ma lui si augura che maggio sia ancora più ricco di emozioni, con il debutto al Giro: come succede spesso nello sport, il bello deve ancora venire.