Emergenza coronavirus. "Hotel cancellato perché sono italiano"

Francesco Pizzigallo, ex collaboratore del Carlino di Reggio, racconta la sua esperienza da ’controllato’ in Slovacchia, dove vive da 6 anni

Francesco Pizzigallo ha lavorato come giornalista prima di trasferirsi a Bratislava

Francesco Pizzigallo ha lavorato come giornalista prima di trasferirsi a Bratislava

Reggio Emilia, 26 febbraio 2020 - Gli italiani? Tutti potenziali veicoli di coronavirus: qui non possono entrare. Un divieto drastico, quello applicato in Slovacchia sull’onda emotiva delle notizie sull’epidemia che arrivano dal nostro Paese, di cui in un hotel è stato vittima il quarantenne Francesco Pizzigallo. Originario di Martina Franca, Francesco a lungo ha lavorato come giornalista del Resto del Carlino a Reggio, dove ha conoscenti e amici; da sei anni è residente nel piccolo paese dell’Est europeo dove lavora per una multinazionale del settore tecnologico, in ufficio come amministrativo. "Ecco a che punto siamo arrivati noi italiani all’estero anche per colpa di questo Governo di incapaci", commenta Pizzigallo, perfettamente bilingue ed integrato ma discriminato perché potenziale "untore". Ci racconta di aver "deciso di trascorrere un paio di giorni di vacanza in una località di montagna dove vado abitualmente da 12 anni. Ho sempre soggiornato in tre alberghi, a seconda della disponibilità. Anche questa volta ho prenotato tramite Booking una decina di giorni fa: l’operazione è andata a buon fine, con conferma della prenotazione". Poi però accade l’impensabile: "Arriva una mail da Booking dove si afferma che l’hotel intende cancellare la prenotazione e per avere ulteriori informazioni devo contattare la struttura. Dopo 3 minuti mi arriva una mail direttamente dall’albergo, in inglese".

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Il messaggio è chiaro: "A causa di un virus nel tuo Paese non possiamo accettare ospiti italiani per un tempo indefinito per ragioni di sicurezza. Chiediamo scusa". Pizzigallo indignato telefona all’hotel: "Ho fornito delucidazioni in slovacco, ho spiegato che sono italiano però risiedo qui da anni, che sono stato loro cliente più volte. E l’ultima volta che sono andato in Italia è stato nel settembre del 2018. Loro chiedono: ‘lo può provare?’ No, non posso provarlo. Allora replicano: ‘Noi abbiamo disposizione che gli italiani non posso venire qua. E’ sicuro che nelle ultime due settimane non c’è mai stato?’ Insomma abbiamo discusso e dopo aver giurato come quasi in un’aula di tribunale che non sono stato in Italia nelle ultime due settimane, mi dicono di ignorare il messaggio". Il manager racconta che vi sono molti connazionali che vivono in Slovacchia: "Proprio ieri uno che mi ha scritto: ‘Non sono sorpreso, sono stato a sciare con mia moglie e quando ci sentivano parlare in italiano stavano alla larga da noi’. Io non sono discriminato: capiscono che non sono madrelingua ma magari non pensano che sono italiano. Probabilmente ci sono stati altri episodi simili: l’epidemia in Italia negli ultimi 3 o 4 giorni è la notizia di apertura di tutti i Tg. Però non ci sono processi mediatici".

All’aeroporto di Bratislava c’è un’uscita differenziata ed i passeggeri provenienti dall’Italia sono sottoposti a controlli, e dovranno rispondere a questionari. L’expat reggiano sottolinea: "Il problema è alla radice. Se uno ha il virus e arriva dall’Italia in auto, in bus o in treno? Non si risolve la questione guardando il passaporto. E’ qui che la Slovacchia deve tutelarsi e non deve fare l’errore dell’Italia: controlli bene per non far entrare il virus. Sia chiaro che in tutto ciò non ho nulla contro la Slovacchia e tantomeno contro gli albergatori, che hanno soltanto applicato il regolamento. Il mio è stato uno sfogo per far capire a che punto siamo arrivati". Pizzigallo conclude sarcastico: "Giovedì vado in montagna. Ma non sarò sorpreso qualora dovessi vedere su qualche porta l’immagine di un italiano con la scritta ‘Io non posso entrare’. Complimenti al nostro Governo di incompetenti che non ha controllato quando avrebbe dovuto".