Un fiume di bandiere azzurre e rosse sotto un sole generoso, striscioni della Fiom e della Uil, trombe da stadio e fischietti: 10mila persone si sono mosse dal centro di Reggio per raggiungere l’area delle ex Reggiane, cuore della storia industriale della provincia. La chiamata dei sindacati al corteo in occasione dello sciopero generale ha avuto una risposta oltre ogni aspettativa: un serpentone di manifestanti lungo quasi un chilometro ha bloccato la via Emilia e l’asse di Viale Del Partigiano. E alla fine, tutto il viale accanto ai capannoni di viale Ramazzini, si è riempito: un record.
Un senso di eccitazione e soddisfazione sui volti dei manifestanti. Tanti gli esponenti delle istituzioni della politica tra loro: dall’onorevole Ilenia Malavasi al presidente della Provincia Giorgio Zanni, dal sindaco di Reggio Luca Vecchi al presidente dell’Anci provinciale Emanuele Cavallaro.
Dati impressionanti anche dalle aziende del territorio, con adesioni elevatissime in tutti i settori produttivi,: 100% in Newlat, Cantrale Latte D’Italia e nella coop Flexilog nel Magazzino Realco; del 90% in Cantine Riunite, Bosch Rexroth , Tetrapak, Dana, Ip Cleaning; 95% alla Ognibene Power; 80-85% in Meta System, Veroni, Walvoil, Omso, Interpump Group, Grissinbon ,Ds Smith di Brescello, Argo Tractors, Progeo, Caseifici Granterre, Procter & Gamble produzione... Tanti picchetti davanti alle grandi aziende, con i lavoratori che poi con 15 pullman e auto proprie si sono riuniti nel corteo.
Dal palco vicino al Tecnopolo, il segretario generale della Cgil reggiana Cristian Sesena ha esordito dicendo: "Questo è uno sciopero giusto contro una manovra finanziaria che affama la sanità pubblica, che usa i pensionati come bancomat... La vera riforma Costituzionale è già una realtà: la nostra Repubblica non è più fondata sul lavoro, ma sul lavoro povero. Noi lo vogliamo giusto, sicuro, senza il rischio di farsi male o addirittura morire nei luoghi di lavoro".
"Questo è lo sciopero di chi non ha paura – ha aggiunto –. Cgil e Uil non hanno paura dei precetti del ministro Salvini, anzi lo rigraziano per la pubblicità che ha fatto alla nostra agitazione. Un clamoroso autogol per chi ogni giorno cerca di oscurare i problemi. La paura è di chi mostra i denti ai lavoratori e ai pensionati perché sa che le politiche messe in campo sono inadeguate". E poi ha citato esempi: "Vogliamo che i lavoratori della Lidl possano avere orari umani e non che siano costretti a rincasare a mezzanotte da una multinazionale. Vogliamo che i lavoratori dell’ex ceramica Arpa ora in cassa integrazione a zero ore riabbiano il contratto integrativo. Vogliamo certezze occupazionali per i lavoratori Kohler. Difenderemo con le unghie e i denti la nostra contrattazione. Adesso basta!".