Fiumi di droga dal Sudamerica. Via al processo con 53 imputati

A Bologna è in corso l'udienza preliminare dell'operazione 'Aspromonte emiliano', con 53 imputati legati alla criminalità calabrese e a traffici di droga internazionali. Accuse di associazione a delinquere e narcotraffico.

È iniziata ieri mattina a Bologna l’udienza preliminare scaturita dall’operazione ‘Aspromonte emiliano’, condotta dal pubblico ministero della Dda Roberto Ceroni che ha coordinato gli accertamenti della guardia di finanza del capoluogo emiliano. Nel maggio 2023 erano state eseguite 41 misure cautelari a carico di persone ritenute esponenti della criminalità di Reggio Calabria e Crotone in affari coi cartelli di Brasile, Colombia, Perù e Bolivia. Ed erano stati sequestrati 87 chili di droga, ma l’organizzazione avrebbe movimentato 1,7 tonnellate di stupefacenti nel periodo del lockdown. A Bologna sfilano 53 gli imputati, tra cui diversi reggiani: in 36 sono chiamati a rispondere di associazione a delinquere finalizzata ad acquistare rivendere ingenti quantitativi di droga - soprattutto cocaina, marijuana e hashish - con l’aggravante di aver agevolato la consorteria Romeo-Staccu di San Luca e di aver operato in più Stati (Spagna e Italia) con il contributo di altri gruppi criminali. Secondo la ricostruzione investigativa, il sodalizio aveva sede direzionale e operativa nella nostra provincia: secondo l’accusa, si trovavano qui i suoi vertici nazionali - Pietro Costanzo prima e Francesco Silipo poi - insieme alla maggior parte degli associati e delle dotazioni mobiliari e immobiliari a disposizione. Qui sarebbero state eseguite le decisioni prese, insieme al fornitore di riferimento Giuseppe Romeo, sull’attività di narcotraffico legata all’area emiliano--romagnola. Sono quattro gli uomini accusati di essere promotori, organizzatori e finanziatori. Giuseppe Romeo (1986), inquadrato come uomi della ‘ndrina Staccu di San Luca (Reggio Calabria), latitante in Spagna dal 2018 e arrestato nel marzo 2021. Pietro Costanzo di Quattro Castella (1992); Francesco Silipo (1988) di Gualtieri - fratello di Salvatore Silipo, ucciso il 23 ottobre 2021 nell’officina Dante Gomme a Cadelbosco Sopra; Giuseppe Condello (1970). In Italia la droga arrivava al porto di Gioia Tauro; è stato individuato un gruppo cinese che faceva i pagamenti verso il Sudamerica, con il metodo del ‘fen ch’ien’, sistema informale di trasferimento di denaro con cui sarebbero stati ripuliti 5 milioni.

al.cod.