I nostri Comuni nei versi di Canova

Un divertente gioco linguistico nel volume ‘Il mondo spiegato ai capitalisti in 126 poesie’

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di Lara Maria Ferrari

Un libro di poesie è sempre un oggetto misterioso, che spinge a farsi domande sui temi che lo nutrono e sul percorso dell’autore. Un riflesso automatico. Almeno con Andrea Canova (Reggio Emilia, 1969) e il suo fresco di stampa ‘Il mondo spiegato ai capitalisti in 126 poesie’, edizioni Il Foglio, è stato così. Curiosità a prima vista. Tanta quanta ne dichiara lui, al momento di apporre una bibliografia poetica: "Non so bene cosa sia, se non quello che diceva Pierre Bourdieu, ‘Il punto di vista dal quale agiamo interpretando la realtà’". Di certo, il volumetto in questione spiazza. Se non possiamo infatti sottrarci al fascino trascendente del verso poetico – il materiale umano che contiene, la ricerca della parola e la sua fuggevolezza, la testimonianza – vero è che metrica e progetto organico ci riportano subito sulla terra. Qui non c’è traccia di introspezione sofferta, di ego in primo piano. Non è quel tipo di libro. Al contrario, balza agli occhi un gioco linguistico che si serve dei Comuni della provincia di Reggio Emilia, uniti in una mappa curiosa e di assonanza vagamente fantasy, per via di quella suddivisione delle stanze poetiche in sopramondo (oggettivo), mondo di mezzo (dove alberga il grottesco) e sottomondo (luogo di felicità e libertà). In forma filastrocca, con abbondante uso di rime e una cospicua mano di nonsense, emergono il mondo contemporaneo e le situazioni assurde, più o meno bislacche in cui ci troviamo a vivere. Le tendenze e le derive di questo mondo sono lette attraverso la lente sfaccettata della politica, dei valori e di una critica sociale militante. Perché "la realtà c’è ed è una cipolla da sfogliare", da cui la scelta del verbo spiegare, che non è sinonimo della spiegazione logico-scientifica, ma, diversamente, uno srotolare, aprire un lenzuolo pieno di roba, scoprendo che all’interno c’è tutto, dalla finanza pirata a personaggi improbabili, come Adriano l’indiano. Il libro si diverte a marcare segni tangibili dei nostri Comuni, per la gioia del lettore, che vi troverà la balena Valentina di Castellarano e il castagno di Casina piantato da Carlo Magno. Laureato in Filosofia, Canova ha iniziato una lunga carriera da precario, ora terminata. Lavora per il Comune di Reggio. Tira con l’arco e ha due figli.