REDAZIONE REGGIO EMILIA

Il progetto Sf Challenge "Ai giovani insegniamo Javascript Ormai serve come l’inglese"

L’obiettivo è far appassionare al linguaggio dell’informatica, svolti corsi per varie scuole "Molte aziende lamentano di non trovare persone preparate. Così avranno le competenze giuste".

Il progetto Sf Challenge "Ai giovani insegniamo Javascript Ormai serve come l’inglese"

"Scuola e aziende non comunicano. Allora ci pensiamo noi". A dirlo è Giovanni Bruno, informatico, docente e socio dell’azienda reggiana Soluzioni Futura. "Vogliamo cercare di accorciare la distanza tra aziende e ragazzi – dice il professore – e per questo motivo abbiamo realizzato il progetto SF Challenge". Bruno e un suo collega, Alessandro Montanari, hanno seguito per circa due mesi le classi IV e V del liceo Spallanzani, dell’Istituto Pascal, dello Scaruffi Levi Tricolore, del Gobetti di Scandiano e del d’Arzo di Montecchio, nel tentativo di far appassionare gli studenti al linguaggio di programmazione Javascript.

Bruno, da dove nasce l’idea di questa prima edizione?

"Da una necessità, semplicemente. Noi come azienda sviluppiamo per terzi e ci siamo accorti che alcuni clienti ci mandavano vere e proprie richieste d’aiuto perché ai colloqui non trovavano mai persone qualificate. E del resto anche noi quando parliamo coi nostri colleghi delle risorse umane riceviamo feedback abbastanza sconfortanti. A quanto pare i ragazzi non hanno le competenze minime necessarie per essere assunti".

Per quale motivo?

"Scuola e Università non li preparano a sufficienza, o meglio, danno solo alcuni input teorici che non bastano. I ragazzi devono fare pratica. E non sanno che per fare questo mestiere bisogna approfondire, anche da autodidatti. L’importante è volerlo. Per questo, grazie al corso, vogliamo insegnare a trovare un valido stimolo per migliorare, perché quando si è motivati niente è impossibile".

Perché si parte proprio da Javascript?

"Questo linguaggio da una decina d’anni è il più utilizzato e richiesto a livello informatico, è un po’ come saper parlare l’inglese, serve sempre".

Il corso funziona?

"Il progetto è stato accolto molto bene, sia dai ragazzi sia dai docenti, soprattutto da alcune studentesse. Con questo vogliamo dimostrare quanto i soliti cliché, che dipingono l’informatica come una passione solo per maschi, siano tutti errati. Ma non è solo un corso... Per noi è un’occasione anche per individuare ragazzi promettenti, i ’diamanti grezzi’ che poi vengono intercettati dalle aziende tramite noi e assunti. Ad esempio uno dei nostri soci, che ora ha 23 anni, era un mio studente e ha iniziato a lavorare a tempo pieno già a 17 anni mentre finiva i suoi studi".

Ci sono opportunità in vista?

"Una in particolare. A giugno realizzeremo un workshop di due giorni nella sede SF aperto a tutti i ragazzi delle superiori. Ci sarà una preselezione e 8 persone potranno partecipare a questo corso di approfondimento avanzato. In programma c’è la realizzazione di un bot di Telegram a partire da zero. Il bot è un programma capace di interagire in una chat rivolgendosi agli utenti come se fosse un operatore che ci parla. Dopo il laboratorio rilasceremo un attestato di partecipazione da inserire nel curriculum e poi chissà che qualcuno non possa trovare anche un lavoro come è già successo in passato".

Rosaria Napodano