Il veterinario Catellani in aula:: "Portai quei cani Dogo dal sindaco per sollecitare il loro mantenimento"

Il veterinario Marco Catellani ha lasciato due cani legati al municipio per protestare contro la mancanza di fondi per il canile. Deve rispondere a processo, ma il suo avvocato sostiene che non ha commesso alcun reato.

Il veterinario Catellani in aula:: "Portai quei cani Dogo dal sindaco per sollecitare il loro mantenimento"

Il veterinario Catellani in aula:: "Portai quei cani Dogo dal sindaco per sollecitare il loro mantenimento"

"Come direttore sanitario del canile allora chiamato ‘Madonna della Guadalupe’, avevo l’obbligo di garantire il benessere dei cani. Ma senza i fondi necessari, non avrei potuto assicurarlo e io ne sarei stato responsabile".

Il veterinario Marco Catellani (nella foto sopra), ora dipendente del servizio sanitario nazionale, ha motivato così la sua scelta di lasciare due cani Dogo argentino legati alla ringhiera lungo il passaggio di accesso all’ufficio del sindaco: un’azione dimostrativa, avvenuta l’8 febbraio 2020, per la quale deve rispondere a processo di interruzione di pubblico servizio. Davanti al giudice Stefano Catellani, ieri il professionista è stato ascoltato: "Per i Dogo, al centro di un sequestro a Imperia, in tutto dodici cani, il tribunale ligure decise il trasferimento a Castelnovo Sotto e il mantenimento a spese del Comune che li accoglieva. Si tratta di cani caratterizzati da aggressività verso i loro simili: il canile del paese aveva box singoli e dispositivi di sicurezza per animali e operatori".

Il veterinario ha detto che scrisse mail al sindaco e all’assessore all’Ambiente, ma senza avere risposta, e poi decise di sollevare la questione sui social e con articoli: "Le spese erano diventate eccessive rispetto agli altri cani mangiavano di più, invecchiavano e necessitavano di cure". Catellani racconta di essere stato ricevuto nello studio del sindaco con Dogo al guinzaglio chiedendogli di risolvere il problema, "ma lui disse solo che toccava a Imperia pagare. Così ribadii ai giornali la mia volontà di portargli i cani, perché il responsabile è lui".

Il veterinario spiega di aver scelto una "femmina socievole con gli umani", e di averla accompagnata in municipio: "Sindaco, le ho portato il suo cane. Lo lego alla balaustra in sicurezza". Poi racconta di essere andato a prendere un altro cane, ma di aver trovato il municipio chiuso: "Un dipendente uscì e io ne approfittai per entrare. Il sindaco c’era, legai anche questo Dogo alla ringhiera". Il mese dopo Catellani passò al servizio sanitario pubblico: "Il sindaco deliberò poi il loro mantenimento". Secondo l’avvocato difensore Alessandro Nizzoli, "Catellani non ha commesso alcun reato. Non ostacolò nè l’attività del sindaco, che era nel suo ufficio in attesa del pubblico ed era stato preavvertito dell’arrivo del cane, né del Comune che si limitò a far intervenire il personale del proprio canile convenzionato. Il veterinario voleva solo ottenere dal Comune un aiuto per affrontare la situazione economica e garantire benessere agli animali".

al. cod.