"Io dico: fuga a quattro ma arrivo in volata"

Roberto Reverberi, tecnico della reggiana Bardiani Csf Faizané non si illude: difficile ipotizzare un finale diverso da uno sprint

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di Angelo Costa

"Mi aspetto una fuga da lontano con quattro uomini: il nostro Rastelli, Maestri e il tandem Mattia Bais-Tagliani. Ma alla fine sarà un arrivo in volata".

Roberto Reverberi, reggianissimo tecnico della reggianissima Bardiani Csf Faizanè, non si fa troppe illusioni: dalla tappa che dalla Romagna arriverà alle cinque della sera in viale Isonzo, quasi sicuramente non uscirà un finale diverso dallo sprint. Per il disegno piatto del percorso e per l’interesse dei molti velocisti ancora in gara: le loro squadre faranno di tutto per non lasciare troppa corda alle azioni da lontano.

Eppure Reverberi non si sottrarrà al proprio ruolo: da tecnico navigato, proverà a inventarsi una soluzione in linea col carattere garibaldino delle squadre dirette da lui e prima ancora dal padre Bruno. Ovviamente, vincere in casa avrebbe un significato speciale per il team del Ghiardo: quest’anno ricorrono i quarant’anni di attività della squadra, che proprio nel 1982 disputò il suo primo Giro, saltandone fino a oggi soltanto uno e diventando nel tempo una delle più vincenti sulle strade rosa con una trentina di tappe conquistate.

Ci proverà la Bardiani Csf, ci proverà anche Mirco Maestri: abituato ad andare in fuga sempre, a maggior ragione il luzzarese lo farà sulle strade che conosce meglio. Nel suo caso, si tratterebbe di un revival: all’attacco andò anche nell’ultima tappa reggiana, quella del 2017, quando vestiva proprio le insegne del team di Reverberi. Dopo aver staccato due compagni d’avventura a Rubiera, Maestri si presentò da solo alle porte della città, dove venne ripreso dal gruppo quando mancavano sei chilometri allo sprint, vinto dal colombiano Gaviria.

Gaviria sarà uno degli osservati speciali anche nel pomeriggio reggiano che si preannuncia caldo e non solo sotto l’aspetto climatico. Di candidati al successo di tappa ce ne sono parecchi: i più autorevoli sono il francese Arnaud Demare, leader ciclamino della classifica a punti e già vincitore di due tappe in questa edizione, e il britannico Mark Cavendish, andato a segno in Ungheria, ma attenzione alla voglia del tasmaniano tascabile Caleb Ewan, che vorrebbe lasciare il segno prima di lasciare il Giro e pensare al Tour, e del tedesco Bauhaus, sempre presente fin qui negli arrivi di gruppo. Quanto all’Italia, le speranze sono soprattutto l’ex campione europeo Nizzolo, Consonni e Albanese, fin qui i più in palla negli sprint, oltre a Modolo, freccia della Bardiani Csf.

Tornando al team reggiano, il bilancio è più in chiaro che in scuro, con il secondo posto di Gabburo nella tappa di Napoli dopo la fuga con De Gendt.

"Fin qui possiamo dirci soddisfatti, anche se aver perso due uomini per guai fisici (Fiorelli e Zoccarato, ndr) ci ha costretti a gestire le energie in vista della seconda parte del Giro, la più esigente", conferma Roberto Reverberi. Giustamente contento del rendimento dei suoi ragazzi: dovesse arrivare un risultatone, magari oggi in casa, il suo sorriso si trasformerebbe in euforia.