Juana Cecilia uccisa dall’ex: la pena per Mirko Genco sale a 30 anni in appello

La pg aveva chiesto l’ergastolo. L’uomo la violentò e la uccise in un parco di Reggio Emilia

Presidio di donne davanti al tribunale e, nelle foto piccole, Mirko Genco e la vittima, Juana Cecilia Hazana Loayza

Presidio di donne davanti al tribunale e, nelle foto piccole, Mirko Genco e la vittima, Juana Cecilia Hazana Loayza

Reggio Emilia, 22 novembre 2023 - In appello aumenta la pena - a 30 anni - per Mirko Genco, imputato per il femminicidio dell'ex fidanzata Juana Cecilia Hazana Loayza. La 34enne peruviana fu assassinata e violentata nella notte tra il 19 e il 20 novembre 2021, in un parco a Reggio Emilia.

In primo grado il 26enne era stato condannato a 29 anni e tre mesi. La pg Antonella Scandellari aveva chiesto l'ergastolo, mentre a Corte di assise di appello di Bologna ha solo elevato la pena di qualche mese. La Corte ha aggiunto anche dieci mesi per aver rapinato le chiavi alla donna.

La denuncia dalla vittima e da un'altra fidanzata

Genko era stato denunciato da Juana Cecilia per stalking, venne arrestato e patteggiò una pena e in passato era stato denunciato anche da un'altra fidanzata. Anche sua madre, Alessia Della Pia, fu vittima di un femminicidio: è stata uccisa a 39 anni nel dicembre 2015 e del delitto fu accusato l'ex convivente.

"Chiedo perdono solo a Dio e a suo figlio"

Al termine della discussione delle parti, Genco, detenuto, aveva fatto dichiarazioni spontanee: "Chiedo perdono solo a Dio, perché a Cecilia non posso più chiederlo, ma soprattutto a suo figlio: io so bene cosa significhi non avere una mamma", aveva detto. Poi la camera di consiglio di circa un'ora e mezza e la sentenza. 

Prima del processo c'è stato un presidio di donne davanti alla Corte di Appello di Bologna, con un grande striscione su cui era scritto "Giustizia per Juana Cecilia".

La mamma di Juana Cecilia ricorda Giulia Cecchettin

"È una sentenza giusta. Non mi riporta indietro mia figlia, ma è un segnale per tutti, è stata fatta giustizia", commenta Dina, la madre di Juana Cecilia Loayza. "Succede troppo spesso - ha detto - che ci sono persone che dicono di amare una donna e poi la uccidono. Ma questo non è amore. Bisogna capire come queste persone si formano, è un tema molto grande, dove non solo la famiglia ha colpe, ma anche la società", ha aggiunto al termine dell'udienza. La madre di Juana Cecilia, con a fianco l'avvocata che l'assiste come parte civile, Giovanna Fava, ha anche rivolto un pensiero alla famiglia di Giulia Cecchettin. Il difensore dell'imputato, avvocato Vincenzo Belli, non ha fatto dichiarazioni, spiegando che attenderà le motivazioni, ma non è detto che farà ricorso in Cassazione. La sentenza di appello arriva a quasi due anni esatti dall'omicidio, commesso nella notte tra il 19 e il 20 novembre 2021, a pochi giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne del 25, nel giorno di Santa Cecilia.