di Francesca Chilloni
Valori e prassi, rivoluzionaria provocazione alla gentilezza: chi è la Signora del Crostolo e perché non ha voluto rivelarsi?
"Mi piace immaginare i bambini che vengono in questo angolino, quando saranno grandi, racconteranno ai loro nipoti che quando loro erano piccoli, una misteriosa signora gentile lasciava regalini ai bambini, attaccati alla staccionata del torrente. Ma non volevo che si focalizzasse l’attenzione sulla mia persona. Non importa chi sono. Ognuno nel proprio immaginario può darmi un volto. Alcuni bambini ho saputo che mi immaginano "vecchia e strana", altri mi immaginano con gli uccellini che fanno il nido sulla mia testa. Io mi definisco sempre ’La Signora del Crostolo con le Timberland’ perché andando sul luogo tre volte al giorno, con tutte le condizioni meteo, ho dovuto modernizzarmi. ".
Da dove è venuta l’ispirazione?
"Proprio dai miei ricordi. Quando ero piccola scendevo lungo il Crostolo seduta dietro al motorino del nonno, con le mie gambe stecchine appoggiate alle borse laterali che attutivano i colpi ogni volta che il nonno passava con le ruote sopra ai sassi. Andavamo a cercare il fresco nelle giornate estive e di questo ne ho un bellissimo ricordo. Per questo volevo creare dei ricordi altrettanto belli nei bambini di oggi, che probabilmente presi dalla frenesia di questo mondo adulto, non hanno mai avuto il piacere di passeggiare lungo la ciclopedonale del Crostolo con i propri genitori godendosi tempi lenti".
Qual era lo scopo di ogni dono e proposta?
"Inizialmente avevo in mente di dedicarmi solo ai regalini per i bambini, chiedendo in cambio un disegno sul vecchio diario che lascio insieme alle matite colorate dentro a una scatola con coperchio. Solo dopo, poiché io stessa mi chiedevo il senso della cosa, ci ho costruito intorno un progetto, basato appunto sulla gentilezza ma anche sulla bellezza, sulla cura e sul rispetto del territorio e della sua fauna e flora. Per questo ho cominciato a sollecitare i bambini chiedendo di aiutarmi a nutrire gli uccellini, lasciando coni di carta a disposizione con il mangime, da far cadere lungo la strada del ritorno come Pollicino. Stessa cosa con le noci e nocciole per gli scoiattoli".
Quanti e quali ‘viandanti’ hanno raccolto i suggerimenti?
"Man mano che i giorni passavano, il vecchio diario raccoglieva anche frasi gentili degli adulti. Ho capito quindi che questa gentilezza faceva bene a tutti, grandi e piccini. Così sempre per deliziare chi veniva a visitare questo posto ho cominciato ad arredarlo. Molto graditi sono stati i cerchietti di legno attaccati alla staccionata dove chiunque può lasciare un segno del proprio passaggio. La Signora del Crostolo è presente solo su Facebook. Il primo mese non riuscivo a staccarmi dal telefono. Faticavo ad accettare le richieste di amicizia perché la videata mi si aggiornava in continuazione. In pochissimo tempo infatti ho raggiunto i 5000 contatti, numero massimo per Facebook".
Cosa accadrà dei quaderni, dei disegni, dei messaggi?
"A casa conservo i doni e i disegni portati dai bambini. I vecchi diari invece sono due, li alterno. Soprattutto inizialmente temevo che qualcuno potesse rubarlo e per me sarebbe stato un grande dolore, quindi nel goffo tentativo di soffrire meno ho sempre alternato due diari. Uno ho in mente di regalarlo ad una persona in particolare ma non posso svelare chi perché gli rovinerei la sorpresa.
Auspica che nascano Signore del Po, signore dei parchi?
"La proposta di far nascere altre Signore Gentili viene valutata spesso, ma francamente non credo che possa essere una cosa fattibile su larga scala. Io ho potuto farlo perché sono un po’ matta, perché abito vicino al luogo scelto e lo raggiungo almeno tre volte al giorno, perché non lavoro e quindi mi ci potevo dedicare giorno e notte (le ore di insonnia aumentano la mia creatività) e perché in questo particolare momento della mia vita, do un valore relativo ai soldi spesi. Credo inoltre che occupando posti pubblici, si debba essere molto rispettosi e misurati verso chi permette la tua presenza e occupazione di un suolo che non è tuo. Il rischio di far diventare questo posto un santuario piuttosto che mettere insieme accozzaglie di oggetti è elevato. Bisogna sapersi fermare".
Quanto la cura dell’ambiente in cui viviamo può fare bene alla cura del nostro io, della nostra anima?
"Tanto. Una signora mi ha scritto che viene in questo posto per piangere. Lascia lì tutte le sue lacrime, ricarica le sue energie e torna a casa più alleggerita. In un certo senso tutti noi curiamo l’anima andando dalla Signora del Crostolo. La Signora del Crostolo stessa l’ha curata dedicandosi all’anima dei suoi visitatori".