PAOLO VERRI
Cronaca

L’allevatore: "Controlli rigidi, vietato entrare"

"Contagio rapido, siamo al confine con le zone a rischio. Possiamo perdere in un attimo il nostro bestiame".

L’allevatore: "Controlli rigidi, vietato entrare"

Andrea Beltrami è un allevatore nelle campagne di Cadelbosco (Reggio Emilia). Controlli rigidissimi per evitare contagi fra i maiali

"Stiamo vivendo un po’ come sotto assedio". Parola di Andrea Beltrami, allevatore nelle campagne di Cadelbosco in provincia diReggio Emilia che alleva suini.

Le sue aziende agricole sono "al confine" con le zone di Piacenza e Parma che rientrano "nelle cosiddette zone di restrizione, un po’ come quando eravamo in tempi di Covid, all’interno delle quali stati trovati diversi casi di positività".

Che misure avete preso?

"Noi abbiamo sei siti e abbiamo dovuto portare tutto a norma di legge. Questo vuol dire rifare completamente le recensioni sul perimetro aziendale a prova di cinghiale o di animale selvatico, rifare completamente gli spogliatoi in un’ottica di biosicurezza, istruire il personale formarlo in un’ottica di sicurezza".

Che vuol dire?

"Purtroppo dobbiamo anche controllare quotidianamente che le cose vengono fatte in un’ottica di biosicurezza, perché banalmente, come per il Covid è sufficiente una piccola distrazione, che potrebbe mettere a rischio di infezione l’intera produzione. Anche solo uno smartphone può essere veicolo di questo veicolo di infezione".

Cosa chiedete al personale?

"Gli oggetti personali devono essere lasciati in degli spogliatoi armadietti e in generale deve esserci un livello di igiene personale elevato. I nostri dipendenti devono cambiarsi, utilizzare un vestiario proprio per l’allevamento, con tanto di calzari e mascherine, e devono continuamente cambiarsi ogni volta che entrano ed escono dall’allevamento".

Che altre precauzioni state prendendo?

"Al momento solo i nostri operatori possono entrare nei nostri allevamenti e nessun altro. Nelle nostre strutture, inoltre, possono circolare solo i mezzi di nostra proprietà".

Per quale ragione?

"La peste suina africana è molto contagiosa. È sufficiente anche calpestare una superficie infetta per poterlo portare all’interno dell’azienda".

Che spese state affrontando? "C’è stata una spesa importante per ogni allevamento e fortunatamente la Regione Emilia Romagna ha contribuito per le spese in fatto di più sicurezza, stanziando una serie di finanziamenti a fondo perduto. Noi non possiamo che ringraziare la regione perché si è mossa proprio prontamente e sta cercando di collaborare per quanto possibile".