FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Le lacrime del nipote Alessandro: "In città qualcosa con il suo nome"

"Sei stata un faro per chi educa". L’orazione con la voce rotta: "Abbiamo tutti il cuore colmo di gratitudine"

"Sei stata un faro per chi educa". L’orazione con la voce rotta: "Abbiamo tutti il cuore colmo di gratitudine"

"Sei stata un faro per chi educa". L’orazione con la voce rotta: "Abbiamo tutti il cuore colmo di gratitudine"

"Sei stata un ponte tra le generazioni. Un faro per chi educa con il cuore. Un’anima che ha trasformato l’educazione in un atto poetico e rivoluzionario. Continuerai ad esserlo da lassù, con il tuo sorriso luminoso, la tua leggerezza gentile, la tua dolce magia". È uno dei passaggi del toccante intervento del nipote Alessandro Caronti che, con accanto la sorella Francesca Pivetti Lombardini, ha preso la parola in Sala del Tricolore per tracciare un ritratto intimo della zia Carlina.

Interrompendosi più volte per la commozione, Caronti ha raccontato del rapporto con la realtà locale: "Reggio ti saluta con gli occhi lucidi e il cuore colmo di gratitudine. Come si saluta chi ha lasciato un segno d’amore indelebile in ogni parola, in ogni gesto, in ogni visione che ha saputo donare. Restituendoti quell’amore immenso che tu hai saputo offrire con naturalezza ai tuoi studenti, ai colleghi… E sopra ogni cosa ai tuoi bambini". Reggio non solo come terra natale, ma anche come "idea, promessa, culla di un sogno educativo che hai contribuito a rendere vivo, reale, universale". Carla ha camminato nelle strade reggiane "con lo sguardo fiero, il cuore aperto, l’anima in ascolto... Hai portato Reggio nel mondo, rendendolo un faro di speranza per l’infanzia, un punto di riferimento per chi crede che educare significhi prendersi cura, accogliere, sognare insieme". Per questo Alessandro ha espresso il desiderio che "un giorno, in questa città, ci sarà qualcosa che porterà il tuo nome. Non per ricordarti. Ma per continuare a seminare futuro. Come hai sempre fatto con amore e visione". Ha poi raccontato dell’amore per quello che Carla chiamava il suo "bambino": Reggio Children. "Lo hai visto nascere, crescere, volare. Lo hai nutrito ogni giorno con passione e dedizione, come una madre. Per te non era un progetto ma un atto di amore quotidiano. Un modo per cambiare il mondo, un bambino alla volta… Hai sempre messo gli altri davanti a te".

Il nipote ha anche accennato al rapporto con il compagno Karl ("Lo hai amato con delicatezza e profondità… offrendogli la tua luce come un riparo silenzioso") e con la zia Marianna, "sostenuta con forza e dolcezza, nei momenti più duri, senza mai farle mancare il tuo abbraccio, il tuo ascolto, la tua presenza". E poi uno sguardo ancora più privato: "Ricordo con tenerezza quando rientravi a casa dal lavoro da me e dalla zia Wally, portando un sorriso che non conosceva stanchezza. Anche dopo giornate infinite, trovavi sempre il tempo di donare. Mi guidavi tra esercizi di logica e giochi educativi; sembrava tutto così semplice, così divertente… Anche in quel tempo condiviso, continuavi a prenderti cura". Un accudimento quieto: "Sapevi parlare col silenzio e in silenzio, con la tua consueta delicatezza, ci hai salutati. Anche ora, in questo silenzio che ci stringe il cuore, la tua voce continua a risuonare. Nei corridoi delle scuole, negli occhi dei bambini, tra le mani degli insegnanti, nei sogni che continueranno a germogliare grazie a te".

Francesca Chilloni