DANIELE PETRONE
Cronaca

Lo stadio di atletica non si farà. I fondi non sono stati stanziati. E ora rischia anche la piscina

Congelato il progetto lanciato dall’ex sindaco Vecchi: non verrà inserito nel piano di investimenti. E se resta il ‘Camparada’ non si può ampliare il complesso di via Melato come da programma. .

Marco Pedroni dell’Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori (Fonte Ansa, Fabio Cimaglia)

Marco Pedroni dell’Associazione Nazionale delle Cooperative di Consumatori (Fonte Ansa, Fabio Cimaglia)

Reggio Emilia, 6 dicembre 2024 – Questo nuovo stadio d’atletica non s’ha da fare. Il progetto – che era stato presentato in pompa magna con tanto di rendering il 13 febbraio 2023 dall’ex sindaco Luca Vecchi – salvo clamorosi ripensamenti, non verrà inserito nel piano triennale degli investimenti da parte dell’Amministrazione che deve essere presentato entro fine anno. La pista sarebbe dovuta sorgere a ridosso del campovolo, al fianco della pista di avviamento al ciclismo ’Giannetto Cimurri’ e del bosco urbano ’Enrico Berlinguer’. Costo? 8,5 milioni di euro, interamente finanziati dal Comune (non rientrando nei fondi Pnrr), come scritto nero su bianco anche dal piano delle opere pubbliche redatto dall’allora assessore al bilancio Daniele Marchi nell’ottobre 2022. Anzi, rispetto ai proclami dovrebbe essere già realtà. "Entro l’estate 2023 appalteremo i lavori e per la fine del 2024 contiamo di realizzarlo e ottenere l’omologazione della federazione per ospitare manifestazioni", aveva detto un raggiante Vecchi in conferenza stampa, come ultimo ‘regalo’ di fine mandato alla città, ancor più simbolico visto che l’ex primo cittadino è stato un maratoneta in gioventù e sa bene quanto il nuovo impianto sia desiderato da decenni dal mondo dell’atletica reggiana.

A guastare tutto però ci pensa l’attuale Amministrazione. Il nuovo corso di Marco Massari ritiene l’opera non prioritaria. Ma soprattutto troppo esosa dal punto di vista economico. A dirla tutta, la ‘sparata’ di Vecchi era sembrata già azzardata agli stessi membri della sua giunta. Visto l’indebitamento pubblico dell’ente (oltre i 16 milioni) l’attuale sindaco non ritiene l’opera sostenibile. A meno che non si trovino finanziamenti extra, che però per ora non ci sono, il progetto è congelato per i prossimi tre anni. Il ritardo è già considerevole sul cronoprogramma promesso, con nemmeno uno straccio di una gara messa a bando (anzi sul sito della Fondazione per lo Sport ci sono quelli per alcuni lavori di manutenzione del vecchio ’Camparada’, altro che demolizione...).

Così è arrivata la decisione di tagliare il progetto dal piano di opere pubbliche di imminente presentazione. A prenderla sarebbe stato il sindaco su consiglio tranchant del suo fidato capo di gabinetto Marco Pedroni, il quale conta sempre più all’interno del municipio insieme al dirigente plenipotenziario Massimo Magnani. Sono loro – con la ‘benedizione bonarettiana’ della neo dg Francesca Mattioli – a fare le scelte di maggior peso. Una decisione che destinata a far insorgere l’atletica reggiana, ma anche a ‘scombussolare’ la pancia interna del Pd. Non solo viene sconfessato l’operato del precedessore (e non è la prima volta, vedi l’ok all’Esercito in stazione come atto di discontinuità), ma c’è anche un ‘peccato’ politico: Pedroni e sindaco non hanno riferito in maggioranza della decisione sullo stadio d’atletica. Questo potrebbe portare ad ulteriori attriti dopo quelli di questi giorni sulla questione bosco urbano di Ospizio, con la firma non condivisa (come ha svelato anche l’assessora Carlotta Bonvicini) della convenzione con Conad.

Ma c’è di più. Se non sarà realizzato il nuovo stadio dell’atletica, vuol dire che resterà ancora in piedi il ‘Camparada’ dove si allenano le società sportive tuttora in un impianto vetusto da vent’anni. Ciò significa che rischia di bloccarsi pure il restyling della piscina di via Melato. La società spagnola ‘Supera’ – come spiegato dallo stesso Comune, nel marzo 2023 – ha un accordo con l’ente per rilevare la gestione gratuita dell’impianto natatorio per 42 anni a fronte di un investimento di 16 milioni di euro con la modalità del project financing. Il maxiprogetto però verteva soprattutto sull’ampliamento per realizzare campi da padel, palestra, spa e parcheggi, tutto ciò proprio sfruttando l’abbattimento del ‘Camparada’. E adesso chi glielo dice agli spagnoli...?