
Accoglienza glaciale, Donnarumma unico a concedere selfie fuori dall’hotel. I tifosi: "Avremmo voluto un ricordo, sembra si sia perso un po’ di entusiasmo".
Sono arrivati in silenzio, lasciando dietro di sé lo stesso silenzio. Nessun coro, nessun applauso, solo qualche bambino dietro a una transenna troppo lontana per vedere bene. Alla stazione dell’alta velocità Mediopadana, Reggio ha accolto così la Nazionale italiana, in arrivo per l’impegno di ieri sera contro la Moldova al Mapei Stadium. Un’accoglienza glaciale, come se il passo falso di Oslo – quel pesante 3-0 incassato contro la Norvegia – avesse spento non solo le speranze, ma anche l’entusiasmo di una città che avrebbe potuto essere una spinta, e invece si ritrova distaccata.
Una trentina di tifosi al massimo. Più agenti in divisa che sostenitori. Non il bagno di folla che ci si poteva aspettare. Gli Azzurri scivolano dentro il pullman con lo sguardo basso, senza dire una parola. Come se non ci fosse nulla da dire. I pochi presenti – perlopiù famiglie, ragazzini, qualche irriducibile – tenuti a distanza da transenne e barriere: una precauzione per evitare contestazioni? O davvero, come si sussurra, una “disposizione Uefa”? Non si sa. Di certo, non un bellissimo segnale per una squadra che da lì a poche ore si sarebbe giocata la possibilità di restare in corsa per i Mondiali 2026. "Sono giovane, ma vorrei vedere almeno un Mondiale con l’Italia protagonista", commenta Cristian, uno dei pochi giovani presenti con la maglia Azzurra addosso.
Poco distante, Maria Cristina Pirandelli osserva la scena insieme alle nipoti Maya e Giorgia. "Sono venute loro a chiedermi di venire qui. Stasera andranno allo stadio con i genitori. È un momento difficile, ma non si può abbandonare del tutto la squadra". Nemmeno il Ct Luciano Spalletti era di buon umore. D’altronde, era una giornata amara per lui: ieri è stata infatti la sua ultima partita alla guida della Nazionale, esonerato già prima del match. "Il problema è la gestione – sostiene Alfonso Marazzo –. Ogni anno cambiano i titolari, non c’è uno zoccolo duro. L’ultima vera Nazionale è stata quella del 2006".
Una timida variazione sul copione già grigio della mattinata si è registrata soltanto all’arrivo al Classic Hotel di San Maurizio, dove la squadra ha alloggiato prima del match. Lì, almeno, il capitano Gianluigi Donnarumma si è fermato per qualche autografo e una manciata di selfie (anche con il sindaco Marco Masari e l’assessora allo Sport Stefania Bondavalli che hanno fatto visita alla squadra in albergo). E proprio per lui erano arrivati in stazione direttamente da Napoli due sostenitori e amici, Samuele Esposito e Raffaele De Falco, anche loro però non troppo fiduciosi: "Questa situazione è il risultato di anni in cui il nostro campionato ha continuato a investire su giocatori stranieri". Per concludere, il disilluso Pietro Barzini sancisce quello che ormai sembra un incubo visto e rivisto: "Un altro passo falso e addio al primo posto del girone e pensare agli spareggi. E sappiamo bene come è andata le ultime volte...".
e.b.