Mafia nigeriana alla sbarra: "Io, pestato e minacciato"

In aula il racconto choc di una vittima 30enne: "In una casa di via Ramazzini mi fecero togliere i vestiti, inginocchiare, poi mi hanno picchiato con un legno".

Mafia nigeriana alla sbarra: "Io, pestato e minacciato"

Mafia nigeriana alla sbarra: "Io, pestato e minacciato"

Nuova udienza, giovedì, del processo sulla mafia nigeriana a Reggio, che conta nove imputati davanti alla Corte presieduta da Cristina Beretti, a latere Luigi Tirone e Matteo Gambarati.

Al centro dell’indagine condotta dalla polizia di Stato e coordinate dal pm della Dda Roberto Ceroni, gli scontri sanguinosi per affermare il potere tra gli Eiye e i Vikings, due cult che sono l’emanazione delle confraternite africane.

Giovedì è stato ascoltato un nigeriano che oggi ha 30 anni, vittima di un pestaggio. Ha raccontato di essere arrivato in Sicilia nel febbraio 2015 su un barcone e di essere andato a Bologna e poi a Reggio in un albergo, prima di frequentare la scuola l’italiano della Dimora d’Abramo e poi trasferirsi in un appartamento.

Lui conobbe in Libia un suo connazionale, con cui fece il viaggio fino alla Sicilia e con cui condivise la permanenza in albergo a Reggio prima di vivere in case separate.

Ha riferito che il 13 agosto 2015 in zona stazione vide molte persone, prima cinque, poi dieci nigeriani, vicini al suo amico: una persona gli contestò aveva salutato un suo amico con un gesto cultista e che gli avevano preso borsa, cellulare e bici.

Poi fu detto ai due di andare in via Ramazzini: entrati in una casa, fu riferito che dopo aver fatto quel saluto dovevano entrare a far parte del gruppo mafioso.

"Ci fecero togliere i vestiti, mi hanno bendato, fatto inginocchiare e picchiato con un legno e con le mani in tutto il corpo. Io non so perché mi colpissero. Gli uomini ripetevano che dovevamo fare parte del loro gruppo di mafia. Mi costrinsero a ingoiare riso e cipolla, poi mi tolsero la benda e mi soffiarono pepe negli occhi. Ci minacciarono di non dire niente alla polizia altrimenti ci avrebbero eliminati".

Lui sporse denuncia il il 19 agosto.

"Ero talmente dolorante che dormii senza svegliarmi per tre giorni, poi ho segnalato tutto alla Dimora d’Abramo e andai all’ospedale col mio amico", ha proseguito.

Per questo episodio risultano imputati Best Owobu, Nicholas Osagiede, Holice Usiahon e Samuel Edo: nell’udienza di giovedì l’imputato non ha riconosciuto negli album fotografici i suoi aggressori, tranne uno che alla polizia aveva detto "somigliante a Samuel".

al. cod.