"Mi ha fracassato una sedia sulla schiena. E un altro ha strappato capelli e pelle"

Gli operatori psichiatrici subiscono violenze fisiche e psicologiche: un infermiere racconta di cinque ferite subite, un'altra di una bottiglia al volto. La difesa è vietata, altrimenti si rischia di essere denunciati.

"Mi ha fracassato una sedia sulla schiena. E un altro ha strappato capelli e pelle"

"Mi ha fracassato una sedia sulla schiena. E un altro ha strappato capelli e pelle"

"La medicina psichiatrica mi piace. Il problema è che in queste condizioni non mi sento sicuro", evidenzia un infermiere che in diversi anni questo ha subito cinque ferite: una sedia fracassata sulla spalla mentre cercava di proteggere un paziente aggredito; il ginocchio sinistro fratturato nel tentativo di bloccare un rivoltoso; la spalla destra ancora dolorante dopo essere stato sbattuto contro un muro; la paura di essersi rotto un gomito "quando un paziente molto aggressivo mi ha spinto di forza su uno spigolo". Tra gli operatori non mancano coloro che, dopo le prime disavventure, decidono di farsi trasferire altrove. E i segni sono evidenti sul corpo di coloro che hanno dovuto affrontare queste emergenze: "Un paziente mi ha tirato un idrante in faccia. In quell’occasione ho ’vinto’ quattro punti di sutura. E’ un segno che mi resta allo zigomo sinistro", racconta un infermiere del reparto. Peggio è andata a un’infermiera: "Una collega – raccontano gli operatori che lavorano ogni giorno al Diagnosi e cura – è stata tramortita con un colpo di bottiglia al volto. E quanto è caduta a terra, un paziente le ha strappato capelli e una striscia di pelle. E bisogna stare attenti anche a come ci si difende, perché reagire alle violenze di un paziente è vietatissimo. Rischieremmo di essere denunciati".