Militari comprati con le escort: Benedetti non risponde, il pm chiede il carcere

Il manager di Ecologia Soluzione Ambiente in aula assieme alla figlia. Grazie ai festini hot ottenenvano contratti per smaltire residui bellici.

Enrico Benedetti

Enrico Benedetti

Reggio Emilia, 19 aprile 2024  – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Enrico Benedetti, l’amministratore di "Ecologia Soluzione Ambiente" spa (Esa) di Bibbiano agli arresti domiciliari da martedì, accusato di sfruttamento della prostituzione e corruzione aggravata di pubblico ufficiale, al centro dell’inchiesta "Leonida" su escort e regalie offerte a tre dirigenti dello stabilimento di Noceto della Aid (agenzia del Ministero della Difesa) dove Esa svolgeva attività di "demil" di rifiuti bellici. Stessa scelta per la figlia Margherita, responsabile dell’Ufficio divisione impianti di Esa. Ieri mattina a Palazzo di Giustizia sono entrati prima l’uno poi l’altra nell’aula 7 dove, molto rapidamente, a porte chiuse si è svolta l’udienza di garanzia davanti al giudice delle indagini preliminari Luca Ramponi. Erano accompagnati dal loro difensore, l’avvocato Salvatore Mannino.

Il sostituto procuratore Valentina Salvi ha presentato appello contro i domiciliari, e chiesto la carcerazione per il manager, attualmente "blindato" nella sua lussuosa villa sulle colline di Montecavolo - colf in livrea, piscine nel parco, pianoforte a coda bianco nel salone con vetrata panoramica sulla pianura. Mannino si è riservato di presentare documentazione medica propedeutica ad una richiesta di attenuazione della misura cautelare per la giovane, attualmente sottoposta ad interdizione dall’attività di impresa per un anno, e soprattutto al divieto di residenza e libera circolazione nei territori delle province di Reggio e di Parma. Il gip Ramponi si è riservato di decidere.

La scelta di non parlare davanti al Gip, ha spiegato il legale, deriva dal tempo ridotto che ha avuto per analizzare gli incartamenti dell’inchiesta. "Sono stati sottoposti a misure solo 48 ore fa - ha dichiarato al termine dell’udienza - Daremo la nostra versione dei fatti quanto prima. I capi di imputazione sono gravi. Già da ora posso dire che in relazione al primo capo, sfruttamento della prostituzione, che ha creato così tanto scalpore, Benedetti respinge fermamente le accuse: la ricostruzione dei fatti è totalmente opposta rispetto a quella contestata dalla Procura". Rispetto al ricorso contro i domiciliari presentato dalla dottoressa Salvi, Mannino aggiunge: "So che la Procura ha presentato appello rispetto alle misure personale e reali. In quella sede ci difenderemo andando nel merito".