’Ndrangheta, in 48 oggi a processo

A Bologna l’appello del rito abbreviato: figura centrale è Salvatore Grande Aracri, nipote del boss Nicolino

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Proprio oggi, nella giornata dedicata alla memoria e all’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, comincerà a Bologna il processo di appello per i quarantotto imputati condannati ad ottobre del 2020 che, nel procedimento legato all’inchiesta contro la ’ndrangheta denominata “Grimilde”, avevano scelto il rito abbreviato.

Si tratta dell’importante operazione di fine giugno 2019 che ha disvelato gli interessi della cosca Grande Aracri a Brescello, il paese della bassa reggiana già sciolto dal Ministero e commissariato a causa dei condizionamenti mafiosi nella pubblica amministrazione.

Era il 2016.

Fu il primo caso in Emilia-Romagna e fu un evento eccezionale sotto molti punti di vista: nessun amministratore venne infatti indagato. In sostanza, si accertò il peccato (tanto da arrivare allo scioglimento del Comune) ma non si fecero indagine per rintracciare gli eventuali peccatori.

Figura centrale del processo in abbreviato era Salvatore Grande Aracri (foto), figlio di Francesco e nipote del boss di Cutro, Nicolino.

Il quarantenne, detto il “calamaro” per l’indole tentacolare nel fare affari dal settore edile e della ristorazione ai trasporti, fino all’imprenditoria agricola, è già stato condannato a vent’ anni di reclusione.

Il rito ordinario di “Grimilde”, con altri ventidue imputati, è invece attualmente in corso nel tribunale di Reggio Emilia.