"Non ci è stato concesso di terminare il film"

Dall’Aglio: "Sono passati 50 anni dalla morte di Fernandel, ma ci sono l’audio completo e quasi tutte le scene"

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di Antonio Lecci

Venerdì è stato ricordato il mezzo secolo della scomparsa di Fernand Joseph Desiré Contandin, da tutti conosciuto con il nome d’arte Fernandel, grande attore che gli italiani hanno apprezzato nei panni di don Camillo, nei celebri film girati a Brescello.

E proprio nel paese della Bassa il grande attore francese, originario di Marsiglia, era stato per realizzare il sesto film della serie tratta dai racconti di Giovannino Guareschi. Film che non venne completato proprio per le condizioni di salute dell’attore. Tanto che a un certo punto le riprese vennero interrotte, nell’estate del 1970, per carenza di forze fisiche sempre più accentuata. Poi il rientro in Francia, dopo una visita medica a Parma che aveva evidenziato problemi polmonari. Già in quel momento si temeva che il film dovesse restare incompiuto.

Solo in autunno Fernandel appariva in grado di riprendere il lavoro. Ma lo scenario era cambiato: non più alberi rigogliosi come in estate ma in gran parte coi rami spogli in vista dell’inverno. Si decise il rinvio alla primavera. Ma nel frattempo la malattia era riuscita a vincere la forte fibra di Fernandel. Ma quella produzione cinematografica poteva essere completata? "Sono convinto che si potesse fare – confida Virgino Dall’Aglio, a lungo vicesindaco a Brescello e organizzatore di tante edizioni del Brescello Film Festival – soprattutto con le tecnologie di cui disponiamo ora. Siamo andati perfino a Roma, alla Cineteca nazionale, per chiedere la possibilità di avere il materiale del film per poterlo completare. Ci sarebbe davvero piaciuto finire quel lavoro. Ma non abbiamo trovato adeguata collaborazione. E questo rischia di spezzare un sogno".

E dire che, secondo le cronache dell’epoca, parte del film era già stato girato. Fernandel, legatissimo al personaggio di don Camillo, aveva deciso di registrare in anticipo tutta la parte sonora. A quel punto, con l’uso di una controfigura, si sarebbe potuto ultimare il film, mantenendo la voce originale dell’attore. A otto scene dal "the end", il lavoro venne bloccato. Pare che il regista e l’attore Gino Cervi (Peppone) si rifiutarono di continuare senza Fernandel. "La pellicola – aggiunge Dall’Aglio – si troverebbe alla Cineteca nazionale, ma tutta questa storia sembra avvolta nel mistero. Perché non ci è stata concessa la possibilità di completare il film? Ribadisco: con le tecnologie attuali e con scene riprodotte al computer si potrebbe realizzare la parte mancante della storia, aggiungendo così un ulteriore capitolo alla serie di film che è diventata popolare e amata nel mondo. Ma alle nostre richieste è sempre stata data una risposta negativa. Ma non riusciamo ancora a capire i motivo di questo rifiuto".

Più volte di questo argomento si è parlato in occasione dei dibattiti promossi durante i festival del cinema a Brescello. "Sarebbe stato bello – conclude Virginio Dall’Aglio – ottenere un film a colori, su Peppone e don Camillo. Sarebbe stata una bella novità per il nostro paese, da molti anni visitato da tanti turisti grazie alla popolarità dei personaggi di Giovannino Guareschi".