Più realtà, stessi soggetti La matrioska di Bibbiano

Per l’abuso d’ufficio occhi puntati su Hansel e Gretel, Sie e ’Rompere il silenzio’

Dal settembre 2016, ricostruisce il maresciallo Giuseppe Milano, "si profila la creazione di un centro, la Cura di Bibbiano, dove fare ai bambini, già seguiti dall’Ausl, psicoterapia di secondo livello".

Le sedute vengono fatte dagli operatori del centro ‘Hansel e Gretel’ di Torino e fatturate dalla Sie srl, due realtà "in cui figurano gli stessi soggetti", cioè gli psicologi Claudio Foti (a processo in abbreviato) e la moglie Nadia Bolognini. A loro due, ai sindaci di Bibbiano Andrea Carletti e Paolo Colli di Montecchio (presidente dell’Unione), agli assistenti sociali Federica Anghinolfi e Francesco Monopoli si contesta l’abuso d’ufficio: "Non c’era alcun atto amministrativo con cui l’ente pubblico delegasse la psicoterapia a questo soggetto privato. La Sie srl pagava attraverso la quota degli affidi. Anghinolfi aumentava questo contributo: chi fatturava dal 2017 era la Sie srl, la prestazione era richiesta e pagata dal servizio sociale. Talvolta se mancava l’affidatario si intestava a soggetti finti".

I principali imputati - Anghinolfi, Monopoli, Foti e Bolognini - compaiono nell’associazione ‘Rompere il silenzio’, attiva dal 2016 e poi evoluta in due fasi. Nel verbale, datato 20 dicembre 2017, Foti lancia l’idea di "un centro culturale e formativo, collegato alla gestione di due comunità per minori provenienti da esperienze traumatiche. Il sindaco di Bibbiano - dice - ha dimostrato la sua volontà di collaborare e anche altri sindaci della Val d’Enza". E poi: "L’associazione vuole incrinare una visione che rende sordi agli adulti di fronte alle richieste di aiuto dei bambini". Si rimarca anche la "necessità di una srl che gestirà aspetti commerciali, scelte e procedure su due comunità".

Anghinolfi spende il sostegno delle istituzioni: "La Regione è coinvolgibilissima, a partire dal convegno dello scorso anno si ha l’assessorato alle Pari opportunità, il garante e il magistrato del tribunale dei minori". Il 19 gennaio 2018 Anghinolfi scrive a Foti: "Claudio, mi offro come amministratore delegato srl". E Foti: "Sarebbe un sogno... con un nome come il tuo raccoglieremmo almeno 200mila euro di capitale sociale". Nel dicembre 2018 Foti dice alla segretaria "che senza ‘Rompere il silenzio’ il progetto comunità chiuderebbe". Lui lo caldeggia: "Si stimano un costo a bambino di 250 euro al giorno compresa la psicoterapia, cifra su cui emerge qualche preoccupazione, e un incasso annuo di 80mila euro". A margine di un convegno, Bolognini dice a Monopoli che non si è fatto cenno del progetto comunità, ma l’altro la tranquillizza: "L’importante è ciò che ha detto il presidente della Provincia Giammaria Manghi: ha parlato a nome della Regione che avrebbe garantito fondi - si ricostruisce -. Non lo hanno citato perché si vuol fare un passaggio con Andrea, ma hanno già raggiunto l’accordo. I carabinieri hanno in effetti trovato una bozza dell’accordo datata 2018". L’avvocato Giovanni Tarquini, difensore di Carletti, commenta: "Non c’è chat che non dimostri la convinzione di operare per il bene dei bambini e non per il profitto. Carletti aderì perché si trattava di eccellenze".

Alessandra Codeluppi