Saman Abbas, è suo il corpo trovato a Novellara: “Identificata dai denti”

L’avvocato Barbara Iannucelli riferisce anche che “l'osso ioide è fratturato”, cosa che conferma l’ipotesi di strangolamento

Reggio Emilia, 4 gennaio 2023 - Ora non ci sono più dubbi: il cadavere ritrovato il 18 novembre 2022 a Novellara è quello di Saman Abbas.

"È stata identificata da un'anomalia dentaria, grazie a foto e video”, riferisce l'avvocato Barbara Iannucelli, che assiste l'associazione 'Penelope’ ed è parte civile nel processo che a febbraio inizierà a carico di cinque familiari della giovane pachistana uccisa la notte del 30 aprile 2021.

"L'osso ioide è fratturato nella parte sinistra e sono necessari accertamenti istologici per stabilire se pre o post portem”, continua l'avvocato.

La frattura dell'osso, nella parte anteriore del collo, avvalorerebbe l'ipotesi di strangolamento.

Il dente accavallato

Il particolare che indica come appartenenti a Saman Abbas i resti umani ritrovati è un  "accavallamento dentale", rivela ancora l'avvocato Barbara Iannuccelli. Sulla frattura nella parte anteriore del collo, cosa che potrebbe avvalorare l'ipotesi di strangolamento, Iannuccelli puntualizza che "vanno effettuati ulteriori accertamenti" per stabilire, ad esempio, se sia pre o post mortem.

La nuova udienza in Corte d’Assise

Il prossimo step del procedimento giudiziario sarà intanto quello di una nuova udienza in Corte d'Assise a Reggio Emilia, dove saranno nominati altri consulenti tecnici "come il tossicologo e il genetista", spiega ancora Iannuccelli.

Le tempistiche dell'autopsia sono quindi ancora lunghe: "Il 17 febbraio è stata fissata un'udienza per le conclusioni dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo, ma non so se sarà confermata. La dottoressa potrebbe chiedere una proroga".

Saman, gli imputati a processo

Per il presunto omicidio di Saman, che sarebbe stata uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato, sono imputati cinque familiari della 18enne: il padre Shabbar (arrestato in Pakistan e in attesa di estradizione), la madre Nazia Shaheen (latitante), lo zio Danish Hasnain e i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, questi ultimi in carcere in Italia.

Tutti devono rispondere delle accuse di sequestro di persona, omicidio volontario e soppressione di cadavere.