REDAZIONE REGGIO EMILIA

Sos vigilanza privata: "Servono più tutele e assicurazioni per circa duemila agenti"

Le richieste dei sindacati: "Volume d’affari in costante crescita in provincia e lavoro estremamente pericoloso in ospedali, strutture psichiatriche e negozi. Fare orecchie da mercante con chi mette a rischio la propria vita è poco etico".

Sono quasi duemila operatori della vigilanza privata in servizio nel Reggiano

Sono quasi duemila operatori della vigilanza privata in servizio nel Reggiano

A una maggiore richiesta di sicurezza affidata alla vigilanza privata non sembrano corrispondere miglioramenti delle condizioni degli agenti-operatori. È quanto sostengono i sindacalisti Alessandro Martinetti (Fisascat Cisl Emilia Centrale), Elena Cigarini (Filcams Cgil) e Lorenzo Tollari (Uiltucs Uil) in un intervento "a protezione dei quasi duemila operatori della vigilanza privata in servizio nel Reggiano", alle dipendenze di oltre dodici imprese del territorio.

"Parliamo di un volume d’affari in costante crescita e di un lavoro estremamente pericoloso in cui nulla andrebbe lasciato al caso e, anzi, dovrebbe essere massima l’attenzione verso chi lavora per garantire la sicurezza delle cose e delle persone. Da un lato la provincia di Reggio ha un bisogno crescente di sicurezza che viene affidata alla vigilanza privata. Negli ospedali, nei servizi pubblici ad alto rischio come le strutture psichiatriche, nei centri urbani, nelle strutture commerciali private. Dall’altro lato i datori di lavoro non vogliono migliorare le condizioni degli agenti e men che meno rendere più trasparente il settore, per aiutarlo a crescere in qualità". Sostengono i sindacalisti: "Ci ritroviamo nell’assurda situazione di un contratto nazionale appena rinnovato dopo otto anni di ritardo, ma con le aziende che fanno il muro di gomma, evitando il confronto provinciale per sbloccare la contrattazione. Un gioco pericoloso, vogliamo dirlo forte: comprimere i diritti di chi lavora è sempre inaccettabile. Fare orecchie da mercante con chi mette a rischio la propria vita per la sicurezza altrui, è poco etico. Parola che usiamo non a caso, sapendo che nel settore della vigilanza privata sono tanti gli appalti pubblici pagati con i soldi dei cittadini".

L’azione dei sindacati Fisascat, Filcams e Uiltucs punta in modo chiaro verso "migliori condizioni di ingaggio".

Si chiedono un’assicurazione per il risarcimento degli agenti in caso di invalidità permanente, un confronto sui sistemi di sicurezza adottati dalle imprese, indennità per coprire le spese di trasferta quando si deve raggiungere la sede di lavoro comandata dall’azienda. I sindacati ritengono necessari buoni pasto da otto euro (nella forma elettronica), una produttività migliore, l’introduzione di ferie solidali (per sostenere colleghi in difficoltà) e tre mesi in più concessi a chi affronta una malattia lunga (o un infortunio).