Incidente Reggio Emilia, strage di Gaida: sequestrati i telefonini di Orjol e Shane

Al setaccio i dispositivi della coppia. Il 32enne, ancora gravissimo, espulso due anni fa: non sarebbe potuto rientrare in Italia prima del 2025

Reggio Emilia, 5 novembre 2022 - La lente della Procura si focalizza ora sui telefonini di Orjol e Shane. La polizia municipale – su disposizione del pm Marco Marano, titolare del fascicolo d’inchiesta sulla strage di Gaida – ha sequestrato infatti due iPhone; uno appartiene a Orjol Lame, 32 anni, il conducente dell’auto killer che domenica sera si è schiantato contro un rustico sulla via Emilia, causando la morte di quattro persone. L’altro cellulare è della compagna Shane Hyseni, 22 anni, morta sul colpo nel violentissimo impatto assieme ai piccoli Mattias (appena un anno e mezzo, figlio della coppia), Resat di 11 anni e Rejana di 8 anni, fratello e sorella della ragazza.

La strage di Gaida, un'intera famiglia distrutta
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Sigilli che sono scattati contestualmente anche alla Fiat Stilo, a disposizione dell’autorità giudiziaria per i rilievi di rito. Gli inquirenti vogliono ricostruire la dinamica, ma anche e soprattutto i rapporti familiari dei due conviventi di nazionalità albanese. O carpire dettagli e informazioni che potrebbero essere determinanti per le indagini. In primis dai tabulati e dall’aggancio delle celle telefoniche della zona, gli investigatori vogliono verificare se il giovane fosse al telefono al momento della drammatica collisione. Ma anche capire se tra i due vi fossero tensioni per l’abuso di alcool e droga da parte dell’uomo. Ci sarebbero, tra l’altro, alcune testimonianze che parlano di un litigio della coppia proprio sulla via Emilia, poco prima dell’incidente. Shane gli avrebbe detto di scendere dall’auto e di lasciarla guidare, dato che lui non sarebbe stato nelle condizioni idonee per farlo.

Dopo essere stati tutti a cena al ristorante, avrebbero dovuto accompagnare i fratellini a Casaltone, frazione di Parma, dove vivevano coi genitori per poi ritornare a Cadè, dove vivevano. Infine, la tragedia.

Orjol – ancora ricoverato in gravissime condizioni all’arcispedale Santa Maria Nuova, nel reparto di Rianimazione – è indagato per omicidio stradale plurimo, difeso dall’avvocato, assegnatogli d’ufficio, Manuela Scognamiglio. Una posizione ancor più aggravata a livello giudiziario dopo che gli esami tossicologici hanno riscontrato varie positività. Sia all’alcool sia a diverse sostanze stupefacenti. Quella sera non avrebbe dovuto mettersi al volante. Anzi, non avrebbero neppure potuto. L’auto infatti era priva di assicurazione e di revisione; nonché è risultata intestata ad una persona deceduta. Non esiste neppure un atto di compravendita. Orjol e Shane infatti non avevano una patente valida. Ed erano entrambi in attesa di regolarizzare la loro posizione. Clandestini sprovvisti del permesso di soggiorno che però tecnicamente potevano restare in Italia; dopo la nascita del figlio Mattias avevano comunque la garanzia – per legge – di un anno di copertura sanitaria per il piccolo. Inoltre, avevano avviato le pratiche burocratiche per ottenere il permesso di soggiorno, in attesa di risposta.

Orjol aveva avuto però problemi con la giustizia, arrestato già due volte e poi rimesso in libertà. La prima volta, allora 28enne, era finito in manette con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’aprile 2020 i carabinieri di Sant’Ilario lo avevano trovato infatti in possesso di cocaina, eroina e morfina, sorprendendolo mentre vendeva una dose di polvere bianca a un cliente. Patteggiò la pena a due anni, poi essendo irregolare sul territorio, era stato espulso.

Non avrebbe potuto rientrare in Italia prima del 2025. Ma poco dopo era rientrato nuovamente in maniera clandestina. Nel febbraio 2021 venne pizzicato a Campoformido, in provincia di Udine, mentre si trovava a bordo di un’auto insieme ad un 51enne di Parma, già noto alle forze dell’ordine. Dopo l’arresto convalidato dal gip, il giovane albanese era stato poi rimesso in libertà in attesa della successiva espulsione dal territorio nazionale.