Stupro a Reggio Emilia, la chat di gruppo abbandonata dai ragazzi

Continuano le indagini dei carabinieri. L’avevano creata apposta per la festa, l’hanno lasciata subito prima dell’arrivo della sorella a prendere la vittima

Il lavoro dei carabinieri sulle chat e sui profili social dei giovani indagati prosegue

Il lavoro dei carabinieri sulle chat e sui profili social dei giovani indagati prosegue

Reggio Emilia, 5 febbraio 2022 - Una chat costruita apposta per l’incontro di venerdì scorso: ma da quel gruppo quattro dei cinque membri si sono sfilati prima che la sorella della 15enne che ha denunciato lo stupro accorresse in suo aiuto.

Alla fine è rimasta solo lei, iscritta al gruppo, la giovane che figura come vittima. Trapela anche questa tra le circostanze su cui i carabinieri stanno facendo accertamenti: un ‘fuggi fuggi’ anomalo sulla piattaforma di messaggistica avvenuta agli sgoccioli di quella mattinata di libertà da scuola a causa di uno sciopero. Secondo la versione data ai giornalisti dalla famiglia della vittima, il programma alternativo avrebbe dovuto includere "shopping e playstation". Ma è andata diversamente: cinque compagni di classe si sono ritrovati nella casa del genitore del ragazzo arrestato, con alcol e vodka alla pesca acquistati in un negozio reggiano: l’esercente sarebbe stato già raggiunto da una sanzione amministrativa per aver venduto l’alcol ai minori, violando la legge. Altri due 15enni sono indagati a piede libero per violenza sessuale. Nella casa, oltre alla ragazzina che ha denunciato la violenza, c’era anche una sua coetanea.

L’abbandono improvviso del gruppo creato per ‘l’evento’ di venerdì scorso fa il paio con altre azioni simili. Ad esempio le sei chat cancellate tra le 14.30 e le 14.31 di quel giorno, intercorse tra il 15enne poi arrestato e un altro coetaneo. Oppure la conversazione tra loro intercorsa alle 14.31, quando il primo informa il coetaneo che la ragazza li stava accusando: "Fra’ sta dicendo da mezz’ora che l’abbiamo stuprata". L’altro giovane risponde: "Fra’ siamo nella merda fino al collo". La replica del 15enne: "Lo so". E l’altro: "Ma fra’ no... mandala a casa"; e poi: "Fra’ ma è ancora ubriaca? Fra’ ma fai qualcosa".  

Il sequestro di tutti i profili social dei ragazzi, scattato giovedì, e seguito a quello dei telefonini, servirà ora agli inquirenti per cristallizzarli così come sono e valutare come sono stati movimentati in quella giornata: potrà così essere valutato se ci siano state cancellazioni di foto, video e altri e dialoghi che possono avere rilevanza investigativa.

L’arrestato ha confermato di avere avuto un rapporto, ma sostiene che la giovane fosse consenziente, anche in virtù di uno scambio di effusioni (baci sul collo che gli hanno lasciato il segno e che lui sostiene di poter documentare in foto). Dice anche che pure gli altri due hanno fatto altrettanto. Il secondo giovane - quello che con lui ha scambiato i messaggi annoverati tra i gravi indizi dalla Procura - ha confermato la stessa versione per lui e per se stesso.