REDAZIONE REGGIO EMILIA

Sul Covid serve un Testo Unico Scritto in modo semplice e chiaro

Ora ci sono troppe regole che generano caos e spesso sono di difficile attuazione. Chi è positivo non sa cosa fare

(...) Il primo giorno di “prigione” avrò fatto almeno 50 telefonate (in inglese e spagnolo) per cercare di capire come funzionasse la procedura della quarantena spagnola che comunque è più corta e semplice rispetto a quella italiana. Ho scritto anche all’Ambasciata italiana e al Console onorario di Las Palmas che ringrazio per avermi chiamato di persona, per sincerarsi delle mie condizioni.

Dal secondo giorno il tempo ha cominciato a scorrere sempre più lentamente e posso dire di aver provato le stesse sensazioni dei miei clienti agli “arresti domiciliari”. La mia fortuna è stata di avere un terrazzo da cui si poteva vedere il mare e che mi ha aiutato a non cadere nello sconforto più nero. In più avevo internet e la tv satellitare con tanti canali stranieri e ho notato che all’estero non sono così ossessionati dalla pandemia come in Italia. Gli stranieri ne parlano meno e comunque in modo più informativo e non polemico. Alla luce di questa spiacevole esperienza ho maturato alcune considerazioni.

In Italia ho l’impressione che buona parte della nostra classe politica abbia difficoltà a calarsi nei panni dei cittadini e della società reale. Io sono il primo a riconoscere la necessità di adottare misure per prevenire i contagi, ma queste ultime non devono diventare vessatorie, soprattutto quando l’intervento normativo non segue criteri sistematitici. Tutti coloro che, come me, hanno dovuto affrontare le conseguenze pratiche della positività al virus si sono trovati davanti a un vero e proprio caos di regole. Le troppe prescrizioni risultano sostanzialmente poi impossibili da applicare alla lettera perché i cittadini e gli operatori sanitari si trovano disorientati e in difficoltà nella loro attuazione pratica.

Un primo problema nasce dalla lettura delle norme che, purtroppo, continuano ad essere scritte in un linguaggio troppo burocratico. Basti leggere il comma 1 dell’art. 8 del decreto legge n. 221 del 24 dicembre 2021: è complicatissimo. Non sarebbe stato più chiaro scrivere: “Dal 10 gennaio 2022 per l’utilizzo dei trasporti pubblici sarà necessario possedere il certificato Super Green Pass” ?

Durante i miei anni universitari mi aveva colpito lo studio del codice civile francese del 1804 ricordato ancora oggi per essere stato il primo codice civile moderno, introducendo chiarezza e semplicità delle norme giuridiche. Scritto in un linguaggio semplice e conciso, il Code Napoléon fu fonte di ispirazione di alcuni scrittori dell’epoca come Paul Valery che definì il codice un capolavoro letterario. Un altro problema altrettanto grave, invece, è la disorganicità della produzione normativa. In materia di pandemia Covid ormai coesistono quasi quaranta testi normativi composti da rimandi e aggiunte che non eliminano le precedenti disposizioni, ma spesso si sovrappongono.

A mio modesto avviso, ma anche di tanti altri autorevoli giuristi, sarebbe importante emanare un Testo Unico sulla pandemia per raccogliere e coordinare tutte le norme vigenti con un linguaggio semplice e chiaro che possa essere letto agevolmente da tutti i cittadini, gli operatori sanitari e i funzionari pubblici.

Marco Dallari