Trovato con un chilo e mezzo di droga, condannato a due anni e 2 mesi

Il blitz della polizia nel giugno scorso: cocaina e hashish a casa del 22enne a Cella e in un garage di Castelnovo Sotto

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È stato processato, e condannato a 2 anni e 2 mesi, all’esito del rito abbreviato, un 22enne di origine marocchina, Hyass Hani, domiciliato a Reggio: deteneva un chilo e quattro etti di stupefacenti tra cocaina e hashish. Da tempo la squadra mobile della questura stava monitorando spostamenti e incontri sospetti, finché il 3 giugno è scattata l’operazione antidroga. Nella sua casa a Cella gli agenti avevano scoperto 15,7 grammi di cocaina, contenuti in 26 involucri termosaldati, inizialmente ricondotti a un’altra persona. Ma Hani ha detto che tutta la sostanza era sua. E, dopo che la polizia ha scoperto chiavi non riconducibili all’abitazione, il 22enne ha indicato un garage di Castelnovo Sotto, di proprietà di un’altra persona ma usato da lui, come luogo in cui era conservata droga, sempre sua. Qui la polizia ha trovato il malloppo: altri 199 grammi di cocaina (quattro involucri), più 1 chilo e 200 grammi di hashish – suddivisi in dodici panetti con logo ‘Nordis wood’ – oltre a 2.800 euro e una pistola finta. Durante la convalida dell’arresto, il 22enne ra stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Ieri il pm Maria Rita Pantani ha chiesto 3 anni e mezzo, senza concessione di alcuna attenuante. La difesa, affidata agli avvocati Domenico Noris Bucchi e Luigi Scarcella, ha domandato di riconoscere sia l’attenuante della collaborazione, poiché le sue indicazioni hanno permesso ai poliziotti di trovare lo stupefacente dentro il garage, sia le generiche in quanto incensurato e regolare sul territorio. Il giudice ha accolto la richiesta dei legali e lo ha condannato a 2 anni e 2 mesi. La difesa ha inoltre domandato di sostituire i domiciliari con gli obblighi di firma e di dimora a Reggio, cosa a cui a cui il pm si è opposto. Ramponi ha deciso anche di alleggerire la misura restrittiva, applicando quelle chieste dagli avvocati. Alessandra Codeluppi