"Un uomo educato e riservato Non lo vedevamo più da gennaio"

Le testimonianze raccolte a Cerrè Marabino da chi conosce Pedrazzini: "I suoi amici sono a Toano" "Non è un chiacchierone, ma quando passava ci salutavamo e si scambiavano due parole"

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"Era un uomo estremamente educato, ma anche e soprattutto molto riservato". A Cerrè Marabino, di Giuseppe Pedrazzini, il 78enne residente nella frazione ‘sparito’ nel nulla da oltre due mesi e di cui si sospetta la morte con il cui corpo ‘nascosto’ all’interno di un pozzo in prossimità della casa dove abitava in via Martiri della Resistenza, tutti conservano quel ricordo. Una persona estremamente educata, affabile, ma anche decisamente riservata. Forse troppo da quello che trapela parlando con le poche persone che nel tardo pomeriggio animano la frazione.

Pedrazzini, nativo di Toano, con sei fratelli, tutti rimasti a vivere nel paese, era sposato con una signora di Cerrè di dieci anni più giovane di lui, da cui ha avuto una figlia sulla quarantina, sposata con un uomo non del paese. Pedrazzini aveva anche un nipotino di circa tredici anni, che frequenta le scuole medie a Toano. Tutti condividevano la stessa casa nella frazione toanese.

"Da quant’è che non lo vedo? - ci dice un abitante del paese -Sarà almeno dall’inizio dell’anno. Non che prima fosse tanto diverso, ma almeno, quando passava di qua, salutava sempre e un paio di chiacchere le facevamo. Ma lui gravitava tanto su Toano. I suoi fratelli abitano là, e da quanto si sa, pare abbia comprato una casa anche là in paese. Lui è venuto ad abitare qui, a Cerrè, quando si è spostato con la Marta". La Marta è la consorte di Pedrazzini.

Per anni, il 78enne, ha lavorato in una cooperativa sociale del paese (a Toano ovviamente), e si è guadagnato da vivere ‘facendo la legna’. Quello che se ne trae è l’immagine di una persona onesta, laboriosa, e molto ben educata.

Anche una volta andato in pensione, non ha mai smesso di darsi da fare. Anzi, al contrario, da quando ha smesso in cooperativa si è dedicato a coltivare i suoi terreni vicini alla casa di via Martiri della Resistenza. Passava del tempo a curare e far crescere le colture dei suoi amatissimi orti, sfruttando anche l’acqua contenuta in quel pozzo cdove purtroppo adesso potrebbero essere nascoste le sue spoglie. Non era raro vederlo sul suo trattore lavorare nei campi. Quando ancora lo si poteva vedere e frequentare. Perché da un po’ di tempo, appunto, Giuseppe in paese e nella frazione di Cerré si faceva vedere sempre più di rado, sino a sparire. “Va tutto bene, è tutto a posto”, soleva ripetere lui a chi chiamava o si presentava nel vialetto per chiedere notizie. Quando non erano i famigliari a rispondere per lui. Il problema? E’ che forse non andava, e non è andato, proprio tutto bene…