Moriconi: "Visto? Sex toy non mio. Fiducia nei magistrati"

Spese pazze in Regione, la consigliera reggiana dopo l’ammissione di Genovese VIDEO Moriconi: "Non c'entro, querelo tutti" / Pariani: "Non c'è la fattura del sex toy"

La consigliera reggiana Rita Moriconi

La consigliera reggiana Rita Moriconi

Reggio Emilia, 13 novembre 2014 - Ora Rita Moriconi può tirare un sospiro di sollievo. La consigliera regionale socialista in quota Pd finita nella bufera in questi giorni perché risultava suo uno scontrino messo a rimborso per l’acquisto di un sex toy è stata ieri scagionata dalla ‘confessione’ di un suo ex collaboratore.

«Prendo atto della dichiarazione di Rosario Genovese, che chiarisce essere stato suo l’acquisto fatto il 29 novembre 2010 presso il sexy shop di Reggio Emilia», scrive Moriconi in una nota. «Quanto affermato da Genovese - aggiunge - conferma tutto ciò che in questo giorni ho sempre sostenuto, ossia di non avere mai visto gli scontrini contestatimi e quindi di non averne mai chiesto il rimborso».

Moriconi resta comunque indagata dalla Procura di Bologna per peculato, come altri 40 consiglieri nell’ambito dell’inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari: «Confido comunque nel lavoro della magistratura bolognese che auspico in tempi brevi potrà chiarire la mia posizione in merito alle accuse che mi sono state mosse», conclude lei. La cifra che le viene contestata si aggira intorno ai 17 mila euro.