Missione fallita: ora ci vuole un miracolo

La Reggiana resuscita un Pescara con un piede e mezzo in C. Dopo 8’ la difesa si addormenta e gli abruzzesi segnano il gol decisivo

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PESCARA

1

REGGIANA

0

PESCARA (4-3-3) Fiorillo; Guth, Nzita (33’ st Sorensen), Scognamiglio, Volta; Omeonga, Valdifiori, Machin; Vokic (21’ st Masciangelo), Odgaard (25’ st Giannetti), Capone (25’ st Ceter). A disposizione: Radaelli, Longobardi, Bocchetti, D’Aloia, Tabanelli, Voci, Galano, Riccardi, ChiarelLA. ALL.: GRASSADONIA.

REGGIANA (4-2-3-1) Venturi; Gyamfi (26’ st Lunetta), Ajeti, Rozzio, Kirwan (32’ st Ardemagni); Rossi, Varone (32’ st Pezzella); Laribi (13’ st Cambiaghi), Radrezza, Siligardi (13’ st Zamparo); Kargbo. A disp.: Cerofolini, Libutti, Martinelli, Zampano, Espeche, Muratore. All.: Alvini.

Arbitro: Ros di Pordenone (Berti-Palermo) Quarto uomo Antonio Di Martino di Teramo.

Reti: Capone all’8’ p.t.

Note: ammoniti Valdifiori, Gyamfi, Volta, Machin, Odgaard. Calci d’angolo 1-4. Recupero: 1’ + 4’.

di Francesco Pioppi

Adesso solo un miracolo può evitare la retrocessione.

La Reggiana affonda a Pescara, da cui invece doveva tornare con tre punti per continuare la rimonta salvezza.

Con i risultati favorevoli dagli altri campi (Cosenza e Pordenone kappao) persino un punticino avrebbe avuto un valore tutto sommato apprezzabile.

Niente da fare, il film è stato un concentrato di tutte le situazioni che ormai avevamo già visto e rivisto nelle 35 partite precedenti.

La partenza ad handicap con il gol preso nei primi minuti, questa volta all’8’: palla regalata da Rozzio a Vokic e rasoiata di Capone con Gyamfi in ritardo.

La reazione generosa quanto sfortunata, con Fiorillo reattivo su Laribi al 16’, due azioni sciupate da Kargbo (al 20’ e al 74’) e un palo esterno (al 60’), sempre su iniziativa dell’attaccante della Sierra Leone.

E poi ultima, ma non per importanza, l’ennesima svista arbitrale. Con il signor Ros di Pordenone che al 76’ non ha concesso un rigore solare per uno sgambetto di Guth a Zamparo.

In quel momento alla squadra di Alvini si è spenta completamente la luce, mentre quella di Grassadonia ha tentato di approfittarne con Valdifiori (al 90’) e Ceter (93’) senza riuscirci.

Ormai è un dato di fatto, con tutti i limiti strutturali che ha, la Reggiana deve fare ogni volta la partita perfetta per portare a casa il risultato e anche ieri non c’è riuscita.

Diventa poi difficile comprendere il contemporaneo avvicendamento di due veterani come Laribi e Siligardi dopo appena 58 minuti, per lo più per inserire uno Zamparo quasi impalpabile (l’episodio da rigore e null’altro) e un ragazzino come Cambiaghi, a cui forse una chance concreta andava data qualche mese fa e non nella gara con più pressione della stagione.

Per completare il quadro del ‘Titanic’, Muratore rimasto a guardare mentre veniva inserito Pezzella, un ‘pulcino bagnato’ che aveva già dato ampia dimostrazione di essere troppo acerbo per questo livello.

Sia chiaro, i granata hanno dei gap qualitativi e fisici che non possono essere annullati da un giorno all’altro, ma anche questa volta resta il dubbio che la gestione non sia stata lucida.

In ogni caso, è anche giusto ricordare a chi si è già arreso che il senso dello sport sta nella lotta e anche se adesso sembra tutto nero, persiste il dovere di provarci fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Venerdì arriva la Spal e poi lunedì si andrà a Vicenza. Servono sei punti e un miracolo.