Accoltellati a Riccione, campi rom al setaccio

Sangue fuori dal ristorante La Mulata, continua la caccia al quarto aggressore in fuga

Giovani accoltellati a Riccione, il fermo di uno dei sinti (foto Migliorini)

Giovani accoltellati a Riccione, il fermo di uno dei sinti (foto Migliorini)

Riccione, 11 febbraio 2019 - La caccia continua. Lui è ancora in fuga. Il giovane sinti, quello immortalato dalle telecamere mentre colpisce, da dietro, con due rapidi e violenti fendenti, all’altezza del busto, uno dei due studenti universitari di Gradara, fuori dal ristorante La Mulata a Riccione, ha fatto perdere le sue tracce (video). Aiutato e coperto, quasi sicuramente, dalla sua stessa gente. Per tutta la giornata di ieri sono continuate, febbrili, le indagini (coordinate dal sostituto procuratore, Paolo Gengarelli) dei carabinieri di Riccione: hanno cercato il fuggiasco, perquisendo diversi campi rom, da Coriano a Riccione, a Misano e spingendosi fino a Faenza. Ma dell’accoltellatore non si sa più nulla. Almeno per ora.

Hanno, invece, trascorso la loro seconda notte in carcere i suoi complici, tre giovani, tutti sinti e tutti imparentati tra di loro, (tra questi anche un minorenne), fermati dai carabinieri e accusati di duplice tentato omicidio in concorso e tentata rapina. Un’aggressione, feroce, con una modalità omicida, quella avvenuta venerdì notte al ristorante La Mulata a Riccione, nata dal rifiuto dei due giovani di Gradara di dare ad un giovane sinti cinquanta euro per comprare la bamba, o cocaina che dir si voglia.

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Il gruppetto di nomadi, composto da cinque o sei ragazzi più altre due ragazze ed un bambino, aveva trascorso la serata all’interno del locale. Stessa cosa avevano fatto i due amici marchigiani. E proprio dentro al ristorante era nata una conoscenza occasionale tra gli universitari e uno degli aggressori che si era presentato con nome di battesimo e professione: "Faccio il giostraio". Poi, a fine serata, i tre si erano ritrovati sulla panchina a fumare una sigaretta. Scene comuni tra i giovani.

Invece, dal giostraio era partita una prima richiesta minacciosa: "Dammi 50 euro per la bamba", poi abbassata "Dammene almeno trenta". Ma il secondo diniego delle vittime si era trasformato in pretesto per l’aggressione a suon di calci e pugni e coltellate con il branco di sinti in azione.

Durante l’agguato, con i giovani sinti in superiorità numerica che si accanivano contro i due studenti, era spartito anche il portafoglio di una delle vittime con tanto di 300 euro al suo interno. La scena del duplice tentato omicidio è però stata registrata dalle telecamere di sorveglianza del locale. Nelle immagini si vedono con chiarezza i volti degli aggressori.

Il sospetto tra gli inquirenti è che siano stati in due a usare i coltelli e ferire gli studenti. Altre immagini di altre telecamere sono visionate in queste ore proprio per accertare nuove responsabilità. Nella zona dell’agguato è stato ritrovato un solo coltello a serramanico, ancora sporco di sangue. Coltello che verrà esaminato dai Ris per recuperare le impronte digitali di chi l’ha utilizzato.

Intanto i due amici, vittime dell’agguato, restano ricoverati in ospedale: uno in Rianimazione e l’altro in Chirurgia. Le loro condizioni sono stazionarie. Ieri pomeriggio il meno grave dei due è stato nuovamente sentito dagli investigatori. Intanto il cerchio si stringe intorno al quarto uomo, quello che impugnava il coltello.