
Lorenzo e Nicola Brighi nella stalla (foto di Mauro Monti)
Nicola e Lorenzo Brighi, rispettivamente 33 e 30 anni, sono oggi le menti dietro l’azienda agricola “Il Satiro” a Novafeltria. Dopo carriere avviate in settori diversi – Nicola come direttore commerciale nell’industria di serramenti di famiglia e Lorenzo come musicista jazz – i fratelli hanno deciso di ritornare alle loro radici agricole. Il cuore del progetto è l’allevamento di capre per la produzione di formaggi di qualità. Questo percorso è nato da una riflessione sulle caratteristiche delle capre, animali che, come i Brighi, sono curiosi e ribelli, capaci di vivere in gregge ma anche indipendenti. Il loro allevamento avviene su pascoli non coltivati, caratterizzati da una straordinaria biodiversità, che stanno per ottenere il presidio di Slow Food. Il modello adottato è virtuoso: le capre si nutrono direttamente dal suolo, migliorando la propria salute e quella del terreno. Questo approccio ha permesso di eliminare l’uso di antibiotici e ha conferito ai formaggi un alto valore nutrizionale, ricco di polifenoli, antiossidanti e acidi grassi benefici, con un ottimo equilibrio tra omega-6 e omega-3.
Un altro aspetto innovativo è la mobilità dei pascoli. In estate, quando le condizioni del terreno sono meno favorevoli, gli animali vengono spostati nei boschi, dove trovano erbe più fresche e umide. Questo sistema consente di mantenere la qualità del latte e dei prodotti derivati, oltre a prolungare la longevità degli animali. Partiti con 19 capre, oggi i Brighi ne allevano oltre 80, affiancate da nove bovini.
Nonostante il successo, portare avanti un’azienda agricola innovativa come “Il Satiro” non è stato semplice. Nicola e Lorenzo hanno potuto contare su alcuni clienti del precedente lavoro e su un bando per giovani agricoltori, che ha permesso loro di ridurre i costi e di implementare alcune automazioni nelle stalle. Inoltre, il loro obiettivo è valorizzare il prodotto all’interno del territorio, senza puntare all’esportazione all’estero per evitare l’impatto ambientale del trasporto. La loro visione punta a creare un modello sostenibile, che coinvolga la filiera locale, dal produttore ai ristoranti e negozi del territorio, offrendo ai turisti un prodotto unico e genuino, simbolo del patrimonio agroalimentare italiano.