REDAZIONE RIMINI

"Aspetto con ansia l’esito del mio tampone"

Marco, 16 anni, era tra i partecipanti del party alle ’Indie’. "Tra noi amici su whatsapp ci chiediamo se abbiamo la febbre o la tosse".

"Vuoi sapere se ho paura? Non vedo l’ora che mi diano l’esito del tampone. Queste quarantotto ore, da quando è cominciato tutto, mi sembrano eterne. Con i miei amici ci bombardiamo di messaggini su whatsapp per sapere se uno di noi ha la tosse o la febbre".

Marco ha 16 anni ("Veramente ne compio 17 a fine novembre") ed è uno delle centinaia di ragazzi che hanno partecipato alla festa di Ferragosto alle ’Indie’ di Cervia, diventata il focolaio di nuovi casi di positività tra i giovani. Dopo l’invito ai partecipanti del party incriminato dell’Ausl Romagna di sottoporsi al tampone gratuito, sono stati circa 500 in tutta la Romagna i giovani (solo 236 nel Ravennate) che si sono prenotati per farlo. Una ventina i riminesi. E Marco, studente di quarta liceo, è uno di loro.

"E’ stata mia nonna ad avvertirmi domenica pomeriggio mentre ero al mare – spiega ancora il sedicenne – lei è sempre iperconnessa. Mi ha subito chiesto se fossi stato alle ’Indie’ a Ferragosto. Non riuscivo a capire perché le interessasse tanto a distanza di una settimana. Poi mi ha spiegato tutto e mi ha detto: ’Vai a fare subito il tampone’. Sono rimasto senza parole. Io sono stato alle ’Indie’, ma non sono proprio entrato dentro al locale a ballare, c’era troppa gente, io e i miei amici abbiano preferito restare fuori, a chiacchierare, ed eravamo anche lì in tanti. Adesso direi che eravamo in troppi anche all’esterno. C’era voglia di stare tutti insieme, di divertirsi, i mesi del lockdown sono stati pesanti per tutti noi ragazzi".

Poi domenica scorsa la notizia dei contagi alle ’Indie’ è subito rimbalzata ovunque.

"Dopo che ho chiuso la telefonata con mia nonna – racconta ancora Marco – il mio cellulare è impazzito: dalla chat della mia squadra di calcio a quella della scuola fino a quella della materna di mia sorella e della palestra che frequentano i miei genitori, tutti che invitavano chi fosse andato alle ’Indie’ a contattare l’Ausl per sottoporsi al tampone. Così, quando sono tornato a casa, mia madre mi ha sottoposto ad un vero e proprio interrogatorio: lei e mio padre sapevano già tutto. Avevano letto la notizia e l’appello dell’Ausl su qualche sito on line. Mia madre ha subito scritto un’email all’Ausl. Dopo neanche dieci minuti, l’hanno richiamata e ci hanno fissato l’appuntamento per il tampone".

Per Marco e la sua famiglia è iniziata così una lunga attesa: "Per tutta la serata di domenica –continua l’adolescente – mi sono messaggiato su Whatsapp con i miei amici, con quelli con cui ero andato alle Indie; nessuno di noi ha un solo sintomo, stiamo tutti bene, però non vedo l’ora che mi diano l’esito del tampone. Ripeto, mi sento molto tranquillo, ho fatto l’esame, non solo per me, ma soprattutto per i miei genitori, mia sorella piccola e i miei nonni. Loro sono più a rischio, non voglio metterli in pericolo".

Grazia Buscaglia