REDAZIONE RIMINI

Ceramica del Conca: cassa integrazione e trasferimenti per i lavoratori di San Clemente

Accordo sindacale per i 99 lavoratori: trasferimenti a Modena e cassa integrazione a 0 ore per affrontare la crisi.

Foto di repertorio

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Il futuro delle 99 famiglie di altrettanti lavoratori dello stabilimento a San Clemente delle Ceramica del Conca, passerà nei prossimi 10 mesi circa per il lavoro nello stabilimento di Modena, in parte, e per la cassa integrazione a 0 ore. Tradotto: con alcuni giorni da trascorrere a casa, mese per mese, ma regolarmente remunerati dall’Inps. Questo il verdetto, con tanto di accordo sindacale siglato, arrivato al termine del vertice all’agenzia regionale del lavoro, a cui hanno partecipato le parti sociali e la direzione aziendale di Ceramica del Conca, per espletare il percorso di cassa integrazione straordinaria.

L’obiettivo è quello affrontare al meglio un tale complesso periodo di crisi, con la conferma da parte dell’azienda che non ci sarà nessuna chiusura dello stabilimento a San Clemente e nessun licenziamento pur fermandosi la produzione del sito, con i soli uffici e magazzini che resteranno aperti. "Lo stabilimento di San Clemente in questo momento vive una forte crisi di produzione – conferma Riccardo Giunchi, sindacalista Filctem Cgil, a nome anche delle altre organizzazioni sindacali –, ma tutti e 99 i lavoratori del sito produttivo saranno garantiti nei prossimi mesi da una doppia operazione. Sarà possibile per tutti gli addetti alla produzione, a turno, recarsi a lavorare a Modena, nello stabilimento aziendale di Savignano sul Panaro, a spese aziendali di trasporto, vitto, alloggio e diaria giornaliera, in previsione anche di concretizzare definitivamente tale rapporto di lavoro con future possibili assunzioni. Visto che tale stabilimento produce un tipo di mattonella che ha più prospettive di crescita sul mercato per ora. E quando – completa il sindacalista – non si andrà a Modena si resterà a casa con remunerazione garantita da cassa integrazione a 0 ore a carico di Inps".

Nel frattempo ci sarà anche una seconda prospettiva: "E’ bene ribadire anche – spiega Giunchi – che chi vorrà volontariamente uscire dall’azienda cercando altre occupazioni lo potrà fare trovandosi garantita anche una buonuscita incentivante al fine di ricollocarsi meglio nella provincia di Rimini". Ma c’è anche la possibilità, entro i prossimi 10 mesi, che la produzione delle mattonelle presso lo stabilimento di San Clemente possa pure riprendere: "La crisi attuale è legata a molti fattori, tra cui la guerra in Ucraina, paese produttore di un’argilla molto importante per questo tipo di prodotti – spiega ancora il sindacalista – ed anche dalla concorrenza dei mercati turco e indiano. Nei prossimi mesi i sindacati monitoreranno a cadenza bimestrale la possibile ripresa della produzione a San Clemente".