Falsi certificati medici per lavorare in discoteca a Rimini

Dottore accusato di truffa per aver ‘taroccato’ i documenti sanitari

Falsi certificati medici  per lavorare in discoteca

Falsi certificati medici per lavorare in discoteca

Rimini, 2 marzo 2023 – Un medico riminese di 61 anni si ritrova alla sbarra davanti al giudice del tribunale di Rimini in quanto accusato di falsità ideologica e di truffa ai danni dello Stato, in concorso con un’altra persona, giudicata separatamente. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il professionista avrebbe ‘taroccato’ undici certificati medici, retrodatandoli così che altrettanti lavoratori di una discoteca potessero apparire perfettamente in regola dal punto di vista contrattuale e della normativa per la tutela del personale che presta servizio in orario notturno.

Tutto comincia durante un controllo eseguito dai carabinieri dell’ispettorato del lavoro all’interno del locale della provincia di Rimini nel maggio del 2017. I militari, a seguito di verifiche approfondite, contestano ai gestori una violazione del decreto legislativo numero 66 dell’aprile 2003, quello che regola alcuni aspetti nell’organizzazione degli orari di lavoro del personale dipendente.

Secondo chi ha effettuato i controlli, i dipendenti della discoteca rientrerebbero nella categoria dei lavoratori notturni, per i quali in base all’articolo 14 sono previste visite mediche preventive e periodiche al fine di offrire una corretta valutazione del loro stato di salute. Ad una prima verifica, tuttavia, non risultano esserci certificati per attestare le visite mediche richieste dalla legge.

I gestori del locale rischiano di incappare in una multa da oltre 3mila euro. Per evitare la ‘stangata’ ecco che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, decidono in qualche modo di correre ai ripari, fornendo dei certificati medici che attesterebbero di fatto che le visite sono state realmente svolte e che quindi i lavoratori sono perfettamente in regola. A detta dell’ispettorato del lavoro, quei certificati sarebbero stati tuttavia post datati da un medico compiacente, al fine proprio di evitare ai gestori di incappare in una violazione della normativa e quindi in una sanzione salata. Limputato respinge tuttavia le accuse che gli vengono mosse e si dice pronto a dimostrare la propria innocenza.

La difesa dell’impuntato - l’avvocato Piero Venturi - sostiene che il personale della discoteca non rientrebbe nella categoria dei lavoratori notturno (per la quale, in base al contratto nazionale collettivo, è necessario svolgere per almeno tre ore lavoro notturno per un minimo di ottanta giorni lavorativi all’anno). La sentenza del tribunale di Rimini è attesa per il 13 giugno prossimo. Nei guai, a seguito dei controlli eseguiti dai carabinieri, era finito anche il gestore della discoteca, giudicato in separata sede.