REDAZIONE RIMINI

Foschi si racconta: "Io, portatrice di speranza"

La missionaria bellariese è stata ospite della trasmissione ’A sua immagine’, dove ha ripercorso la propria vita al servizio della Papa Giovanni

Sara Foschi, responsabile della sezione Missione e Pace della Papa Giovanni

Sara Foschi, responsabile della sezione Missione e Pace della Papa Giovanni

"Spero di aver dato speranza a tante famiglie, portando la mia testimonianza in tv". La bellariese Sara Foschi (corresponsabile della sezione Missione e Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII) si è raccontata nel programma ‘A sua immagine’ su Rai Uno, qualche giorno fa, in compagnia di Lorena Bianchetti, parlando di anoressia, bulimia, dell’amore verso il prossimo e dell’incontro con don Oreste Benzi, nel centenario della sua nascita. "Ho volutamente raccontato la mia esperienza – racconta la Foschi – i disagi dell’adolescenza e il riconoscimento delle patologie. Di come e dove chiedere aiuto. Ho parlato di volontariato, di fede". La bellariese, oggi residente in provincia di Reggio Emilia, ha raccontato di come la qualità delle relazioni oggi sia fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni, sempre più vittime di "una società dello scarto" come la definisce Papa Francesco. "Tutti cercano la felicità – racconta la Foschi – Nell’adolescenza io la cercavo in cose dove non c’era. Per tanti anni non mi sono sentita accettata. L’anoressia ha condizionato anni importanti, ero schiava di me stessa. Però poi a 17 anni ho conosciuto don Oreste ed è cambiato tutto. Sono veramente grata perché mi ha aiutato a uscirne. Guardiamo ai giovani come risorse". Missionaria laica, la sua storia è conosciuta: da volontaria per anni ha girato il mondo, come in Bangladesh, dove ci è rimasta 12 anni.

"Lì mi sono resa conto che nonostante fossi così fragile, potevo prendermi cura di altre persone e questo mi rendeva felice – continua –. Durante il periodo in Bangladesh ho conosciuto un bimbo, Nobi che mi ha fatto scegliere di rimanere. Il primo di tanti altri che ho accompagnato, come una madre. Poi è arrivato Shibu, disabile, e con con lui sono tornata in Italia, insieme a Maruk. La nostra oggi è una grande famiglia allargata: Maruk è sposato con dei figli. Anche io mi sono sposata con Attilio e abbiamo una bambina". Sara segue diversi aspetti per conto dell’associazione e i corsi di formazione nazionali, per giovani che vogliono andare in missione, anche in zone di conflitto. "Una cinquantina quelli che ogni anno partono per oltre 40 Paesi – conclude Sara – Un bellissimo segno di speranza. La stessa speranza che spero di aver dato alle tante famiglie che mi hanno contattata dopo la puntata".

Rita Celli