Gatto impiccato a un cassonetto, taglia di 500 euro sui killer

L’Enpa: "Premio in denaro per chi fornirà informazioni sui colpevoli". Il giallo di un biglietto di minacce, recapitato a un vicino di casa

Chicco, il gatto ucciso

Chicco, il gatto ucciso

Rimini, 27 agosto 2016 - Una taglia sui ‘killer’ del gatto. «Offriamo un premio di cinquecento euro a chiunque sia in grado di fornire informazioni utili a identificare i responsabili della morte di Chicco, il meticcio di sei anni trovato impiccato a un cassonetto dalla sua padrona». Parola di Cecilia Bravo, presidente provinciale dell’Enpa (ente protezione animali) di Rimini, che ha deciso di scendere in campo al fianco di Paola Orpianesi e del figlio Marco Garelli, ex campione del mondo di pattinaggio artistico, dopo la brutale uccisione del loro micio, strangolato con un guinzaglio per cani mercoledì scorso in via Pascoli. Un crimine orribile, che al momento resta ancora senza colpevole. Per non lasciarlo impunito i rappresentanti provinciali di Enpa hanno deciso di attivarsi, mettendo anche mano al portafogli.

«Siamo vicini alla proprietaria del gatto e alla sua famiglia – prosegue la Bravo –. Oltre alla ricompensa in denaro, abbiamo anche deciso di costituirci parte civile nell’eventuale processo a carico dei responsabili. Chi ha commesso una simile barbarie non merita perdono. Se qualcuno dovesse aver visto qualcosa, lo invitiamo a farsi avanti, anche anonimamente, con la nostra associazione» conclude la portavoce, impegnata in questi giorni nelle operazioni di soccorso nelle zone colpite dal terremoto insieme ad altri volontari.

Nel frattempo proseguono le indagini sull’uccisione di Chicco, dopo la denuncia contro ignoti presentata nei giorni scorsi ai carabinieri di Rimini. Ai militari i padroni del gatto hanno consegnato anche uno ‘strano’ bigliettino, che forse potrebbe rappresentare un indizio. «Sopra c’è scritto: ‘Non voglio il gatto sul mio terrazzo’ – rivela la signora Orpianesi –. A trovarlo, lunedì scorso, è stato il nostro vicino di casa, che all’inizio non vi aveva dato importanza. Poi, dopo quello che è successo a Chicco, ha deciso di farcelo avere. Forse il messaggio era destinato alla nostra famiglia. Viviamo in un grande condominio, ma il nostro gatto non aveva mai dato fastidio a nessuno. Siamo grati alle persone che ci stanno aiutando. Speriamo di poter trovare al più presto i colpevoli».