"Ho perso l’uso delle gambe ma ho trovato una nuova vita"

La testimonianza di Giordano Delbianco, l’impegno nello sport e le battaglie a favore dei disabili

"Ho perso l’uso delle gambe ma ho trovato una nuova vita"

"Ho perso l’uso delle gambe ma ho trovato una nuova vita"

Un incidente mentre era in sella alla sua moto nella zona artigianale di Riccione. Così tre anni fa Giordano Delbianco ha perso l’uso delle gambe, ma non si è lasciato andare. Ha capito che aveva ancora tante carte da giocare e ha fatto della sua esistenza una lezione di vita. Si è dedicato allo sport paralimpico, tant’è che di recente ha conquistato un bronzo al Civitanova Triathlon. In settimana Giordano è stato chiamato all’Istituto Comprensivo 1 di Riccione a portare la sua testimonianza ai ragazzi delle medie. Iintanto si dedica al sociale: prepara una guida della città per chi come lui ha difficoltà a muoversi e cerca di individuare i punti critici per segnalarli a chi ha il compito di abbattere le barriere architettoniche.

Da cosa è scaturita tanta forza?

"Dopo sei ore d’intervento al Bufalini di Cesena, ho saputo che non avrei più potuto muovermi, ma non mi sono demoralizzato, né mi sono chiesto perché questo sia capitato a me. Ho colto questo come una sfida. Quando ho visto il mio casco spaccato in due, ho pensato che poteva andare peggio e che sotto certi aspetti ero stato graziato, per cui è stato un rinascere, ho capito che dovevo lottare e lavorare per questa seconda opportunità. Ho fatto riabilitazione per quattro mesi a Montecatone e subito mi sono tuffato in piscina".

Poi che è successo?

"Un ragazzo mi ha parlato del progetto socio solidale Obiettivo 3, ideato e avviato da Alessandro Zanardi. Ho partecipato a campus a Lignano Sabbiadoro e mi sono inserito in questo gruppo sportivo. Ho iniziato a fare ciclismo e a fare le prime gare a Milano, Verona, Parma, Napoli. Ho proseguito col triathlon, col nuoto del mare, bici e carrozzina olimpica. Ora mi attendono altre gare. Il mio sogno è entrare nella nazionale e perché no partecipare alle paralimpiadi di Los Angeles".

Un’esperienza dal doppio risvolto?

"Nello sport si creano amicizie, c’è un risvolto umano che fa crescere, perché dietro alla disabilità c’è una persona".

Una testimonianza di vita portata nelle scuole?

"Con grande soddisfazione, sono rimasto sorpreso dall’attenzione prestata dai ragazzi, dalle loro domande. Penso di aver dato, ma anche di aver ricevuto tanto".

C’è poi l’impegno sociale.

"Con l’amica Rita Semprini siamo riusciti a far installare tre passerelle sulla spiaggia libera che arrivano al mare. Abbiamo fatto una ricognizione sui parcheggi per disabili e mi piacerebbe che sul sito del Comune ci fosse una mappa per segnalare le opportunità per i disabili". Nives Concolino