Capriolo all'aeroporto di Rimini, ai droni il compito di salvarlo

La mobilitazione degli ambientalisti ha impedito l’abbattimento. Ora ci si affida a un super esperto di Modena per catturarlo vivo

Il capriolo, nominato Federico, vive da oltre un anno nell'aeroporto di Rimini

Il capriolo, nominato Federico, vive da oltre un anno nell'aeroporto di Rimini

Lo hanno chiamato Federico, in omaggio a Fellini il regista a cui è dedicato l’aeroporto riminese. Poi è diventata Federica, mamma di un piccolo capriolo di pochi mesi. Che sia uno oppure una piccola famiglia, il capriolo che vive da oltre un anno all’interno del perimetro dell’aeroporto ha gli occhi puntati addosso, ma non i fucili, almeno per i prossimi giorni. Quando le associazioni di animalisti hanno saputo dell’intenzione di abbattere l’animale visti i tentativi a vuoto tentati dalla Provincia per salvarlo, si sono messe di traverso. Nell’arco di poche ore hanno mobilitato gli attivisti sui social dandosi appuntamento a ridosso delle recinzioni della pista di atterraggio. Hanno fatto un gran baccano, erano almeno 120, e il capriolo s’è ben guardato dal mettersi in mostra. Così la battuta di caccia è andata a vuoto. Il baccano è proseguito sui social, nel consiglio comunale di Rimini con una interrogazione del consigliere Filippo Zilli, e nell’assemblea regionale con l’interrogazione della consigliera regionale Giulia Gibertoni. "Va dato tutto il tempo necessario per la tutela dei caprioli e per la loro messa in sicurezza". Il primo risultato, la sospensione delle attività di caccia, è stato ottenuto. Le associazioni sono anche riuscite a indicare chi avrà il compito di catturare e salvare la vita all’animale: si tratta del centro di recupero faunistico il Pettirosso di Modena, una struttura efficiente e nota, capace di operare nel raggio di alcune centinaia di chilometri nel centro nord del Paese.

Il futuro di Federico o Federica è nelle mani di Piero Milani, del Pettirosso. "Il compito è molto impegnativo. Siamo stati interpellati ma ancora non abbiamo visto l’area che è molto ampia e con tante barriere. Non sappiamo ancora quando potranno iniziare le operazioni di recupero, penso che slitteranno alla prossima settimana. Noi faremo il possibile. Procederemo in modo diverso rispetto a quanto fatto. Non useremo la telenarcosi (la somministrazione di anestetici a distanza ndr). In soggetti fortemente stressati da questo caldo potrebbe essere fatale. I caprioli sono animali con doti incredibili, ma anche molto delicati. Lo cercheremo utilizzando droni dotati di fotocamera termica, poi dovremo avere anche fortuna. Posso dire che ad oggi durante una cattura non abbiamo mai perso un animale".

Il tempo stringe. Mentre si era in pieno lockdown, un anno fa, il silenzio che si respirava all’interno dell’aeroporto era musica per le orecchie del capriolo, vista anche l’assenza di predatori. Poi le cose sono cambiate soprattutto per chi deve garantire la sicurezza dei voli. "Ben venga un nuovo tentativo per cercare di catturare vivo il capriolo, ma non baratterei mai la sicurezza di 900 persone sugli aerei in arrivo in una giornata come oggi con quella di un animale". Il pensiero di Leonardo Corbucci, amministratore delegato di Airiminum, è chiaro. "Noi siamo responsabili della sicurezza dei passeggeri e dobbiamo garantire il diritto a volare in sicurezza. La presenza dell’animale, per quanto remoto, può rappresentare un rischio. Con questo non voglio dire che siamo per l’abbattimento. Al contrario, ben venga un ulteriore tentativo di salvarlo, ne saremmo contenti, ma devo anche dire che nell’ultimo anno si è fatto davvero tanto per cercare di catturare l’animale, purtroppo senza riuscirci". Per di più non è chiaro quanti caprioli vadano catturati.

Per le associazioni animaliste sarebbe almeno due, mamma e piccolo, mentre per l’ufficio faunistico della Regione, "ad oggi abbiamo avvistamenti e tentativi di recupero su un solo esemplare" precisa Pier Claudio Arrigoni. Se il recupero andrà a buon fine c’è già chi si propone per dare una casa all’animale. "Siamo pronti ad adottare il capriolo e a sostenere le spese per il suo salvataggio e il mantenimeto" dice Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani che ha scritto a Regione, Provincia e Comune di Rimini.