Il telefonino, ’amico’ inseparabile

Su 72 alunni intervistati alle scuole medie sono emersi dati interessanti: le ragazze ne sono più dipendenti

Il telefonino, ’amico’ inseparabile

Il telefonino, ’amico’ inseparabile

Che uso fanno i nostri coetanei del cellulare? Siamo davvero una generazione di smartphone addicted, oppure è un luogo comune? La classe seconda media dell’IC Misano ha voluto vederci chiaro. Bussando a tutte le aule del nostro istituto, abbiamo organizzato delle interviste a campionamento stratificato, muniti di un questionario a scala Likert per la raccolta dati. Dalle 18 classi si sono fatti avanti 4 volontari, per un totale di 72 intervistati. Le loro risposte ci hanno fornito degli spunti interessanti. Nessun alunno ha barrato l’opzione ‘mai’ riguardo alla frequenza d’uso di telefonini, ma va rilevato che esso si intensifica sensibilmente con l’età, soprattutto tra le ragazze. L’esame dei risultati sembra rivelare un eccesso tra gli alunni di terza, soprattutto nel tempo libero, mentre i più piccoli lo usano con moderazione, sia pure perché in qualche caso non ne possiedono uno personale. Ciò spiega anche per quale motivo la maggior parte degli intervistati abbia dichiarato di non subire alcuna limitazione da parte dei genitori in questo senso, e anzi, curiosamente, le limitazioni sembrano aumentare con l’età, forse in conseguenza di un impiego abusivo o scriteriato. A tavola siamo comunque più costumati: buona parte di noi evidentemente preferisce ancora l’uso esclusivo delle posate. La sera, c’è chi fa più fatica a dare la buonanotte al proprio smartphone, tra social e videogiochi, e chi al contrario lo ha già spento e messo via da tempo. Un quadro piuttosto variegato. Nelle ore pomeridiane, invece, emerge un dato piuttosto nitido: più che un supporto per lo studio, il telefonino costituisce uno strumento di svago e socializzazione, per saturare il tempo libero. Qualcuno dichiara soddisfatto di non separarsene neanche in sella ad una bici.

Musica, video, reels, social: sono innegabilmente il pane quotidiano dei nostri coetanei, ma solo una minoranza dichiara di condividere attivamente foto sui social, mentre i più affermano di non postare alcunché. Forse, allora, si può supporre che i pericoli maggiori non risiedano direttamente, per la nostra fascia d’età, nell’uso prolungato del telefono, ma si annidano piuttosto nei contenuti inappropriati a cui abbiamo accesso sui social. Un dato sconcertante emerge proprio a proposito dei rischi in rete legati al cyberbullismo: alcuni asseriscono di assistere continuamente a questo tipo di atteggiamenti e purtroppo non mancano neanche alcuni ragazzi, soprattutto di prima media, che lamentano di averne subiti.

Jasmin Aidi, Noemi Busignani, Tomas Hoxhaj, Emma Mangani, Roan Mustafa, Elia Tiberi IIA