"Io pagata per due mesi in tre anni. Ora rivoglio la casa che ho affittato"

Sandra Campidelli ospita in un appartamento di via Pomposa un’inquilina tunisina: "Si rifiuta di andar via nonostante il provvedimento di allontanamento sia già scattato. Mi deve 18mila euro di arretrati"

"Ho dato in affitto la mia casa tre anni fa, ottobre 2019. Gli inquilini, una coppia con due figli, hanno pagato il canone solo per i primi due mesi, ottobre e novembre, poi più niente. Chiedo semplicemente di poter tornare in possesso della mia casa, costruita da mia mamma dopo una vita di fatiche e sacrifici". Si commuove nel parlarci della sua storia, la signora Sandra Campidelli, dopo averla raccontata l’altra sera al programma Mediaset ’Fuori dal coro’, condotto da Mario Giordano, con tanto di reportage da Rimini, e ’tentata’ intervista all’inquilina morosa, di origine tunisina, che senza rispondere alle domande dell’inviata ("Perché non paga l’affitto?") dopo un po’, visilmente infastidita, ha minacciato di chiamare le forze dell’ordine, e poi se n’è andata su una Volkwagen station Wagon scura.

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Sandra Campidelli
Sandra Campidelli

"Non mi fermo all’intervista in televisione, voglio che tutti sappiano che cosa mi sta succedendo, e possibilmente evitino di ’cascarci’ anche loro – prosegue la Campidelli, operatrice sanitaria –. Ho un figlio di vent’anni che giustamente adesso vuole vivere da solo, anche se purttroppo non ha un lavoro. Io sono un’operatrice sanitaria, guadagno sui mille euro al mese, e ho un mutuo sulla mia prima casa, quella dove abito". La casa in affitto invece è "dalle parti del Garden", in via Pomposa. Un gioiellino, infatti, come spiega la proprietaria, prima di affittarla l’avevo ristrutturata, con una spesa sui 25mila euro. E per un periodo ci avevo abitato, insieme anche a mia mamma, in seguito purtroppo mancata. Avevo deciso, anzi dovuto, darla in affitto non per fare beneficenza agli inquilini ma perché mia madre era dovuta andare in una casa di riposo, e quei soldi del canone mi sarebbero serviti per pagarle la retta. Cosa che non è avvenuta". "Ho passato e sto ancora vivendo anni di inferno – continua Sandra Campidelli, il cui padre era parente ’molto alla lontana’, così aveva raccontato alla figlia, del Beato Pio Campidelli – nei ripetuti tentativi di ottenere che mi versassero il canone di affitto pattuito, 750 euro al mese, o in alternativa riavere il mio immobile. In questi tre anni mi sono anche ammalata per lo stress e le preoccupazioni, sono diventata ipertesa, soffro di cuore, ho fatto diversi ricoveri in ospedale. Per non dire della rabbia, della mia delusione, mi sento abbandonata dalla legge".

Sugli inquilini dell’abitazione pende un provvedimento di sfratto. Scattato il 12 ottobre scorso. Sfratto che, almeno per il momento, non viene fatto rispettare. Come spesso avviene in questi casi, gli inquilini avevano avanzato critiche e osservazioni sullo stato di conservazione della casa che non volevano mollare, a volte per ritardare i provvedimenti di sfratto, a volte per vedersi ridurre il canone. "Nel mio caso la seconda ipotesi – conclude Sandra Campidelli –. Loro sostenevano che la casa era ’anti igienica’, che c’erano perdite d’acqua. Io ho chiesto di entrare con un perito, me lo hanno impedito per molto tempo. Ci sono riuscita, tramite legali, solo nel settembre del 2020. I periti hanno rilevato che non sussisteva nessuno dei problemi sollevati". Nel processo che si è svolto lo scorso settembre, il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice ha dichiarato che il canone equo per l’affitto non era di 750 ma 500 euro mensili. Quindi gli arretrati dovuti alla titolare, per tre anni di mancati pagamenti, si aggirano sui 1718mila euro. Il giudice aveva appunto anche fissato il termine ultimo per lo sfratto, un mese, scaduto il 12 ottobre. Senza esito.