
Fame di spiaggia. Ma non parliamo di turisti. Gli ’affamati’ sono aspiranti bagnini, scatenati alla ricerca di stabilimenti balneari nel Riminese. Basta dare una spulciata al più popolare sito web del settore, Mondobalneare.com, per notare la novità: non solo zone di spiaggia messe in vendita dagli attuali concessionari, ma anche numerosi annunci di persone che intendono acquistarle. "Cerco stabilimento balneare in gestione a Rimini per il 2022, posizione dal bagno 70 al porto". "Cerco stabilimento preferibilmente a Rimini sud". E amcora: "Cerco in affitto o vendita, a Rimini o Riccione, massimo 250mila euro". "Famiglia riminese cerca stabilimento in affitto zona Rimini sud". "Cercasi a Rimini sud, 111mila euro".
Annunci che si abbinano a quelli delle cessioni. Uno per tutti: "Vendo stabilimento balneare a Rimini sud, 6500 metri quadri, 200 ombrelloni, 550 lettini, attrezzature nuove, vari accessori, campi gioco, parco giochi, area relax, ecc. Ottima clientela, info solo a veramente interessati, no perditempo, trattativa veloce per motivi di salute". Richiesti 485mila euro. Ma in quasi tutte le inserzioni sul sito il prezzo non viene indicato.
"Da mesi le compravendite di zone di spiaggia sono ripartite – attacca Mauro Vanni, presidente dei bagnini di Confartigianato –, le nostre attività hanno riconquistato appeal, sono considerate - visti i risultati positivi conseguiti sia nell’estate 2020, l’anno del Covid, che quest’estate - una sorta di bene rifugio per chi vuole investire. Da quando sono state prorogate le concessioni al 2033 il settore ha ripreso fiducia, c’è convinzione che gestire una spiaggia sia fonte di stabilità". "I prezzi non sono quelli di anni addietro – spiega Colombo Monticelli, titolare dell’agenzia immobiliare Marino Ausonia – si va in media da 300mila ai 600mila euro e passa. Nel settore c’è movimento. A comprare spesso giovani provenienti da fuori provincia". Ciò per bagni sui 30-40 metri di fronte mare, con circa 200 ombrelloni. Poi dipende anche dalla densità alberghiera della zona, quindi dal collegato giro d’affari.
"Questa ripresa delle compravendite – prosegue Vanni – è anche legata a lunghi anni nei quali tutto quanto era bloccato, per la totale incertezza legata alla direttiva Bolkestein". "Infatti ci auguriamo – chiosa Vanni – che si chiarisca definitivamente la situazione". "Mentre a vendere sono in genere concessionari avanti con gli anni, che non hanno ricambio generazionale perché i figli hanno cambiato lavoro, o chi ha paritcolari timori legati ai rinnovi che potrebbero non arrivare – fa eco Fabrizio Pagliarani, titolare del bagno 26 e presidente del Consorzio marina riminese – gli acquirenti sono spesso giovani imprenditori, sui trent’anni. Ed è positivo, a mio avviso, che entrino nuove energie e persone con nuove idee. Dopo un’altra estate positiva, le vendite sono ripartite, la gente in tempi di Covid preferisce cercare un’attività lavorativa che si svolga all’aperto. Oltre agli stabilimenti ci sono compravendite e trattative in corso anche di ristoranti sulla spiaggia".
Mario Gradara