ANDREA OLIVA
Cronaca

"Le suite possono diventare alloggi". Il Tar toglie il vincolo al residence

Il Comune si era opposto alla trasformazione, ma la sentenza dei giudici dà ragione alla proprietà

Il White Suite all’incrocio tra i viali Corridoni e Molari

Il White Suite all’incrocio tra i viali Corridoni e Molari

Il White Suite potrà trasformarsi da struttura ricettiva in appartamenti da rivendere. A stabilirlo è la sentenza del Tar a cui era ricorsa la Brosinvestments srl, società che nel 2022 acquistò l’immobile all’incrocio tra via Molari e viale Corridoni. Siamo in ‘salotto’, in piena zona turistica. Nel 2023 la società aveva presentato richiesta agli uffici tecnici per la trasformazione della residenza ricettiva formata da nove appartamenti, in alloggi da poter vendere. La risposta arrivata dal Comune nell’ottobre del 2023 era stata un secco "no". Secondo gli uffici, il Regolamento urbanistico ed edilizio, era chiaro. La struttura si trova non solo in area turistica, ma in una di quelle definite Act, dove non conta il numero minimo delle stanze per cancellare un hotel e trasformarlo in appartamenti. In questi zone non si considerano le strutture come marginali, visto che la trasformazione è semplicemente vietata.

Ma la nuova proprietà non ci sta e porta il Comune davanti al Tar allegando al ricorso una valutazione sulla antieconomicità dell’attività alberghiera nella struttura presa in considerazione. Tradotto, non ci sarebbero i margini economici per gestirla come struttura ricettiva. La seconda sezione si è espressa e nella sentenza pubblicata nella giornata di ieri ha accolto il ricorso annullando il diniego del Comune. In altri termini i nove appartamenti oggi destinati a essere utilizzati solo dai turisti, possono diventare alloggi da vendere con un incasso a sette cifre, visto che ci troviamo a due passi da viale Ceccarini.

I giudici non hanno semplicemente accolto il ricorso, ma hanno anche messo un grosso punto interrogativo sulla tenuta dei vincoli del Rue, il che potrebbe aprire la porta a tanti altri interventi di trasformazione nelle cosiddette aree Act, in zona mare.

Infatti per i giudici "la necessità che la rimozione del vincolo di destinazione alberghiero debba in ogni caso essere consentita a determinate condizioni, quali l’accertata antieconomicità nella gestione, senza che possano invece introdursi divieti assoluti che si tradurrebbero in un vincolo inderogabile a tempo indeterminato, trova la propria ragion d’essere anche nei principi costituzionali in materia di proprietà privata e libertà di iniziativa economica". In altre parole il divieto inserito nel Rue cade davanti a leggi sovraordinate. "Se il Comune può prevedere discrezionalmente i criteri e le modalità per la rimozione del vincolo turistico-ricettivo – spiegano i giudici -, nel farlo deve comunque considerare il profilo legato alla perdita di convenienza economico-produttiva dell’impresa alberghiera, non potendo introdurre vincoli assoluti a tempo indeterminato non previsti dalla legge". Al Comune resta comunque la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato.

Andrea Oliva