
Dopo sette ore di udienza, i giudici di Bologna danno seguito alla analoga decisione del gip. Il 35enne indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli non sarà liberato. La difesa: "Faremo ricorso".
di Lorenzo Muccioli e Francesco Zuppiroli
Il Tribunale del Riesame di Bologna ha detto "no". No alla scarcerazione di Louis Dassilva per la seconda volta: dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione che aveva richiesto sempre ai giudici bolognesi un nuovo parere sulla scarcerazione. Ma la decisione di settembre è stata confermata, con un ’doppio no’ che fa male come un pugno allo stomaco dopo il rigetto di lunedì da parte del gip Cantarini sempre a un’istanza di scarcerazione del senegalese. Una cronologia di decisioni cautelari dalla portata granitica: un muro contro cui si è infranta la speranza di tornare libero per il 35enne indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli.
Il verdetto dei giudici del Riesame, sommato a quello del gip, potrebbe ora spianare la strada infatti ad un passaggio cruciale nella telenovela crime di via del Ciclamino, cominciata oltre un anno e mezzo fa. Si profila insomma la possibile chiusura del cerchio delle indagini preliminari da parte del pubblico ministero Daniele Paci, preludio ad una ipotetica richiesta di rinvio a giudizio. A pesare nella recente sterzata in favore della tesi accusatoria nei confronti di Dassilva c’è stata sicuramente la credibilità cementata dal gip Cantarini per quel che riguarda la nuova versione fornita da Manuela Bianchi. Proprio sulla base della testimonianza resa in incidente probatorio dalla ex amante di Dassilva il 35enne si era già visto affettare la speranza di libertà serbata dal 16 luglio scorso, quando è stato arrestato perché ritenuto dalla procura l’assassino di Pierina, uccisa il 3 ottobre 2023 con 29 coltellate nel seminterrato di casa.
Poi, il 35enne senegalese giovedì era comparso davanti al collegio del Riesame nel secondo atto dei ricorsi avanzati dai suoi avvocati, Riario Fabbri ed Andrea Guidi. Nell’occasione Dassilva al termine di quasi sette ore di udienza ha rilasciato ai giudici anche una spontanea dichiarazione, riassumendo di "essere venuto in Italia per cercare fortuna e non guai", proclamandosi ancora una volta "innocente". Ma anche questa volta il collegio giudicante del tribunale di Bologna non ha creduto al 35enne. Da qui la decisione di tenere in carcere Louis: il quale da dopo la caduta della prova del filmato della cam3 è ora nel mirino di chi indaga in virtù della nuova versione resa appunto da Manuela Bianchi. Versione in cui la nuora di Pierina ha riferito di avere incontrato Louis nel seminterrato di via del Ciclamino 31 la mattina del ritrovamento del cadavere della suocera. E che proprio Dassilva l’avrebbe avvertita della presenza di un corpo oltre la porta tagliafuoco, aggiungendo poi le ‘istruzioni’ su cosa fare e dire in seguito.
Una versione già ritenuta appunto "credibile" dal gip e che all’evidenza ha avuto ancora un peso a pochi giorni di distanza, nella decisione del Riesame di mantenere Dassilva ristretto in carcere a Rimini. Una brutta tegola perl’indagato che tuttavia – insieme ai suoi legali – non sembra avere intenzione di issare bandiera bianca. Gli avvocati Fabbri e Guidi infatti si preparano a impugnare ancora il verdetto del Riesame, di nuovo davanti alla Corte di Cassazione: "Faremo ricorso", hanno garantito. Stesso copione anche per l’istanza di rigetto del gip di Cantarini, che sarà portata davanti a un altro Riesame.