Minorenne adescata in chat. Professore finisce a processo

Messaggi a sfondo erotico tra un 45enne e una 15enne riminese: scatta la denuncia della madre. La Procura chiede la condanna ad un anno, l’imputato si difende: "Pensavo fosse maggiorenne".

Minorenne adescata in chat. Professore finisce a processo

Minorenne adescata in chat. Professore finisce a processo

Un 45enne abruzzese, insegnante di scuola media, è a processo a Rimini in quanto accusato di aver adescato una giovane studentessa – all’epoca quindicenne – attraverso i social network. Gli episodi oggetto di contestazione, risalenti al 2019, sono finiti sotto la lente di ingrandimento della polizia postale e hanno portato al rinvio a giudizio del docente. L’indagine era scaturita da una segnalazione presentata dalla madre della minorenne, insospettita da alcune chat in cui si era imbattuta controllando il cellulare della figlia adolescente. Messaggi dal contenuto allusivo ed esplicito che avevano fatto suonare un campanello d’allarme, spingendo la donna a rivolgersi alle forze dell’ordine, con successiva apertura di un fascicolo da parte della Procura distrettuale di Bologna. Utilizzando degli pseudonimi e dei profili fittizi, stando alla ricostruzione degli inquirenti, il professore avrebbe intrattenuto con la giovanissima degli scambi di messaggi dai toni spinti attraverso la chat di Instagram. Una sorta di ’gioco’ a sfondo erotico tra il professoresse e la studentessa riminese, che all’epoca dei fatti non aveva ancora compiuto la maggiore età.

L’appartamento del professore era stato perquisito da cima a fondo dal personale della polizia postale, che aveva posto sotto sequestro e successivamente scandagliato un computer, uno smartphone e un hard disk insieme ad altri supporti informatici. A gennaio in aula, erano stati sentiti gli agenti della polizia postale abruzzese. Ieri mattina, invece, si è tenuta la discussione davanti al giudice monocratico. La Procura ha chiesto per l’imputato una condanna ad un anno. L’insegnante è difeso dall’avvocato Francesco Valentini del foro de L’Aquila, che ha chiesto la messa alla prova come alternativa alla condanna per il 45enne. Quest’ultimo ha più volte ribadito di non essere stato consapevole della minore età della ragazzina con la quale aveva chattato su Instagram. Secondo l’accusa, invece, l’uomo avrebbe avuto sufficienti elementi per potersi accorgere del fatto che la sua interlocutrice era una minore. La difesa ha inoltre sottolineato come non siano stati trovati, nel corso della perquisizione, foto o video a sfondo osé: il rapporto tra l’insegnante e la ragazzina si sarebbe dunque limitato esclusivamente ad uno scambio di messaggi senza altre implicazioni. Il processo è stato aggiornato alla prossima udienza, in programma il 21 ottobre, quando sarà data lettura della sentenza.