Molestie sessuali, Simoncini a processo

L’ex Capitano Reggente è stato rinviato a giudizio dopo la denuncia dell’aprile scorso da parte di una dipendente di Palazzo Pubblico

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Rinviato a giudizio con l’accusa di molestie nei confronti di una dipendente di Palazzo Pubblico. A renderlo noto è proprio il diretto interessato, l’ex Capitano Reggente, Giacomo Simoncini. La vicenda è nota e a San Marino lo scorso mese di marzo, negli ultimi giorni di mandato, face decisamente scalpore. Simoncini fu accusato da una dipendente di Palazzo Pubblico di essersi abbassato i pantaloni in sua presenza. Proprio a Palazzo. Secondo quanto ricostruito, la dipendente sarebbe stata chiamata da Simoncini nel suo ufficio e lì la donna avrebbe trovato l’allora capo di Stato intento ad armeggiare con la cerniera rotta dei pantaloni. A quel punto Simoncini avrebbe insistito che fosse la dipendente ad occuparsene, per poi denudarsi completamente. La donna avrebbe raccontato subito l’accaduto a un addetto alla Reggenza e la vicenda sarebbe stata quindi riferita al governo. La donna si è poi rivolta a un legale che avrebbe informato in via ufficiosa la magistratura annunciando di voler presentare una denuncia all’indomani del primo aprile.

Cosa avvenuta qualche giorno più tardi quando viene depositata la denuncia per molestie. "Mi è stato formalmente comunicato il provvedimento di rinvio a giudizio – è lo stesso Simoncini a comunicarlo – per i fatti asseritamente commessi durante il periodo in cui ho avuto l’onore di ricoprire l’incarico di Capitano Reggente a presunto danno di una dipendente di Palazzo Pubblico".

Da quel giorno l’ex capo di Stato rompe il silenzio sulla vicenda per la seconda volta. "Dopo le dichiarazioni rese al momento della cessazione della carica il primo aprile scorso – scrive – rompo nuovamente il riserbo che ho sempre mantenuto su questa vicenda per rivendicare nuovamente la mia piena estraneità alle accuse e la mia piena fiducia nell’autorità giudiziaria, che non è certo scalfita da una decisione che non condivido, ma che mi offrirà l’opportunità di poter finalmente dimostrare la mia innocenza in un pubblico processo". Poi ancora. "Confido che in quella sede la verità possa finalmente emergere – continua – e che tutte le strumentalizzazioni e il tam tam mediatico costruito ad arte cui abbiamo assistito nei mesi scorsi, cui non intendo certo arrendermi, cedano finalmente il passo a un giudizio sereno, imparziale e indipendente. Lo devo a me stesso, alle persone che continuano ad avere fiducia in me e, soprattutto, al rispetto che provo nei confronti delle Istituzioni che ho avuto e che ho tuttora l’onore di ricoprire".

Donatella Filippi