
Gli avvocati Monica e Marco Lunedei
Rimini, 29 maggio 2019 - E’ morta soffocata da un pezzo di formaggio. Un cibo che le era stato assolutamente vietato e che, per le sue condizioni, non avrebbe dovuto ingerire. Invece se n’è andata così, soffocata da quel boccone che le è rimasto incastrato e le ha tolto ogni respiro fino a farle chiudere gli occhi, per sempre. Una riminese di 88 anni è morta mentre era ricoverata in una casa di cura di Cesena. Ora i familiari della donna, tramite gli avvocati Marco e Monica Lunedei, chiedono, non solo giustizia, ma un risarcimento danni che supera i 640mila euro.
«La vittima era autosufficiente e in salute e si stava rimettendo dall’intervento al quale era stata sottoposta per una banale caduta in casa – sostengono i legali della famiglia – di lì a qualche giorno sarebbe stata dimessa e sarebbe tornata a casa. Invece per un’omissione di controllo sul cibo, la signora è deceduta per asfissia provocata proprio dal cibo. L’autopsia alla quale era stata sottoposta parla chiaro in proposito».
Giovedì scorso è stata incardinata al tribunale di Forlì la prima udienza della causa civile: il giudice ha incaricato il professor Giuseppe Fortuni (famoso per le sue consulenze nel caso Pantani) come consulente tecnico. La vicenda ha avuto inizio nel gennaio di tre anni fa. L’ottuagenaria cade in casa e si frattura un’anca. Una situazione abbastanza frequente tra gli anziani. In famiglia decidono di farla operare: nella casa di cura di Cesena viene ricoverata nel reparto di lungo degenza per la riabilitazione. L’anziana si ristabilisce in breve tempo. L’unico accorgimento è nell’alimentazione: può solo ingerire cibi liquidi e frullati, niente di solido, recita così la sua cartella clinica, ha una patologia che glielo impedisce. Ma un giorno, a pranzo, alla donna viene dato del parmigiano.
«Un'omissione di controllo e anche una mancanza di assistenza», sospettano i parenti della vittima. L’anziana ingerisce il boccone, ma la tragedia è dietro l’angolo. Un pezzo di formaggio le va di traverso, non facendola più respirare. La situazione precipita in pochi istanti. E quando arrivano la figlia e la nipote è già troppo tardi. L’anziana è rimasta soffocata da quel boccone. I parenti sono disperati per quella disgrazia inaspettata. L’autopsia conferma le loro ipotesi: l’anziana è deceduta per asfissia da cibo, un pezzo di parmigiano è rimasto incastrato nell’esofago. I parenti della vittima si rivolgono così agli avvocati Marco e Monica Lunedei e parte la richiesta di risarcimento danni contro la casa di cura.